Come trovare lavoro in Fisioterapia
Spesso nei vari forum e gruppi Facebook, si parla di problematiche su come trovare lavoro in campo Fisioterapico, e la realtà è davvero spesso desolante. durante una chiacchierata con Francesco Ticchi, abbiamo pensato di dar seguito all’articolo sulle domande da non fare in un colloquio di Fisioterapia , scrivendo dei nostri pensieri ed esperienze che speriamo possano essere di aiuto per i colleghi giovani che sono alla ricerca di un impiego in Fisioterapia.
Vorrei iniziare una premessa, che credo sia la base:
Il lavoro del fisioterapista, non è un occupazione come molte altre!
Lasciamo stare le vecchie chiacchiere che fanno i non addetti ai lavori, circa guadagni mirabolanti, e facilità di lavoro, perchè oggigiorno “Tutti stanno male”, e hanno bisogno del fisioterapista. Penso che un pò tutti noi, abbiamo sentito o visto lo sguardo furbetto di parenti o amici, quando hanno saputo che eri iscritto alla facoltà di Fisioterapia..
Il nostro lavoro, è davvero molto vasto, ed il panorama formativo universitario è quanto più variegato. Esistono realtà universitarie in ogni regione d’Italia, che sfornano terapisti molto preparati, e realtà in cui i ragazzi, escono completamente impreparati , o comunque pieni di concetti teorici, e zero pratica.
Come in molti casi lavorativi, la differenza tra un ragazzo appena laureato ed un terapista che svolge la professione da 10 anni, è sicuramente l’esperienza. Esperienza nel gestire il rapporto terapista-paziente, esperienza nel conoscere le varianti e le sfumature dei sintomi in patologie complesse o anche semplici.
Tralasciando la chimera lavorativa nel settore pubblico, la maggior parte di voi, troverà annunci di lavoro nel settore privato o comuqnue privato-convenzionato. Il vostro datore di lavoro, potrebbe avere necessità di un terapista a cui affidare un agenda completa di pazienti, e quindi necessita di un terapista subito pronto a gestire ogni imprevisto, oppure potrebbe aver necessità di “una mano”, e quindi permettere ad un giovane di formarsi,ed essere plasmato alle esigenze dello studio.
Proprio questo aspetto, dovrebbe essere un punto di arrivo per tanti, ragazzi, con un curriculum vuoto, che dovrebbero cercare proprio una impostazione lavorativa come quest’ultima. Potrebbe essere una opportunità da non lasciarsi scappare, a patto che da entrambe le parti ci possa essere mutuo interesse.
Infatti i titolari di uno studio, potrebbero accettare ragazzi giovani, che magari in cambio di uno stage, potrebbero mettere un piede in una struttura riabilitativa, a patto però che non vengano solo sfruttati come pura manovalanza, ma proprio come tirocinio formativo.
Infatti proprio il tirocinio durante il corso di laurea, è generalmente svolto all’interno di ospedali o strutture convenzionate, con apparecchiature non modernissime, e con dinamiche che nel settore privato sono completamente diverse.
Cosa si aspetta un datore di lavoro da voi?
Bhe, di certo non un ciondolamento della testa ad annuire ad ogni idea dell’esaminatore.. Bensì, ciò che chiedo sempre io, è quali sono gli interessi del giovane collega. Mi piace capire chi ho davanti, comprendere se le esigenze del mio studio possono combaciare con quelle del ragazzo/a. Non amo, sentire elencare il nome di corsi, o abilità strane.. mi piace invece sentire un ragazzo umile, che “Farebbe carte false” per imparare, anche solo per pochi mesi, da me o dai miei colleghi. Io probabilmente sono un caso a parte, in cui non ho assolutamente paura della concorrenza di un collega, e non ho segreti, nei miei trattamenti. Per cui, un ragazzo che lavora da me, può “Rubare” liberamente le mie piccole esperienze,e forse risparmiare soldi per dei corsi, che magari posso trasmettere, in maniera gratuita.. a patto però di percepire quell’interesse per la professione, che avevo io 13 anni fa, e che ogni mattina mi attanaglia, pensando a quale nuova sfida mi accompagnerà nella mia giornata lavorativa.
Ci sono colleghi che per necessità economiche devono iniziare subito a lavorare, e ragazzi che possono magari sfruttare del tempo supplementare per un periodo di stage, che deve essere pagato, magari non molto, ma accrescere le competenze. Probabilmente se fatto per bene, può dare al giovane molto di più rispetto a 10 corsi, che poi, magari non riescono ad essere applicati per mancanza di pazienti su cui esercitarsi.
La disponibilità nei confronti dello studio credo sia un aspetto importante..tralasciare forse per un periodo la palestra,o l’uscita tra gli amici, potrebbe essere un buon investimento per trovare un lavoro. Il datore dal canto suo, si impegna a insegnare e trasmettere alcune competenze, nell’ottica di far crescere un giovane Fisioterapista. Tale interscambio, deve essere ben bilanciato, e non derivare in una manovalanza a basso o nullo costo, in quanto verrebbe meno l’accordo iniziale.
Quasi tutti , abbiamo dedicato una parte della nostra vita lavorativa iniziale ad un approfondimento, in quanto molto spesso le esperienze ospedaliere universitarie, non sono proprio il massimo, e talvolta non rispecchiano la realtà lavorativa reale. Inoltre durante il corso universitario in Fisioterapia, il ragazzo ha dietro di se, il Fisioterapista Tutor, a cui rivolgersi per ogni consiglio o soltanto per dargli sicurezza…Una volta laureati, si è da soli, con il paziente davanti, a cui si deve dare una risposta quando ci pone una delle tante domande assurde..e proprio il paziente può divenire un grosso ostacolo, in quanto pretende da noi delle risposte, e sopratutto dei risultati.
Quindi, in definitiva, sono molto favorevole ad uno scambio con colleghi giovani, nell’ottica di una crescita, comune, e proprio per trasmettere le esperienze accumulate negli anni.
David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.