Recensione Tecar Fisiocomputer TK1
Abbiamo avuto la possibilità di recensire nel nostro studio fisioterapico la Tecar Fisiocomputer TK1 per circa 2 settimane, vediamo insieme come si è comportata la nuova diatermia prodotta da questa azienda Romana che ricordiamo opera sul mercato da ben 35 anni, con prodotti robusti e progettati completamente in Italia.
Ricordo con piacere il periodo del mio tirocinio presso l’ospedale Spolverini di Ariccia, quando guardavo gli elettromedicali in dotazione, e tra i tanti apparecchi che spesso si rompevano…c’erano Invece i “Fisiocomputer” rossi, con cui si faceva elettroterapia, che già allora risultavano indistruttibili..Oggi la J&S ha fatto il salto di qualità, portandosi ad un livello simile alle altre aziende sul mercato, offrendo gli stessi standard di qualità di tanti anni fa.
Questa tecar nasce nel centro di ricerca e sviluppo della J&S/divisione fisiocomputer guidato dall’ingegner Oscar Adriani, azienda che opera nel campo aerospaziale con la progettazione di apparecchi che aiutano a comprendere le risposte fisiologiche umane durante condizioni di volo estreme. Proprio questa derivazione ha spinto il team di sviluppo a guardare con un occhio molto attento la componentistica che ha caratteristiche molto interessanti
Descrizione del Tecar Fisiocomputer TK1:
Abbiamo ricevuto la confezione definitiva comprendente i normali manuali tecnici, i cavi di alimentazione, 2 Piastre passive di differente grandezza da usare per le varie superfici, 3 elettrodi resistivi e 4 elettrodi capacitivi. Proprio gli elettrodi capacitivi meritano un plauso per il materiale di rivestimento scelto dall’azienda che di certo non lesina sulla qualità dei suoi componenti: abbiamo una particolare lega di titanio (la cui formulazione rimane un segreto aziendale) completamente biocompatibile che è identica a quella utilizzata nelle protesi impiantabili. Tale rivestimento si è rivelato molto interessante dal punto di vista della resistenza sia per l’usura, e sopratutto per la la resistenza alle cadute. Abbiamo infatti testato tutti gli elettrodi lasciandoli cadere da un altezza di circa 60 cm, rilevando che non era presente alcun graffio o rottura. Tale Caratteristica nel materiale di rivestimento rende la superficie resistente e preserva il normale funzionamento in quanto anche un minimo graffio degli elettrodi ne compromette generalmente l’uso creando condizioni con picchi di energia proprio nei solchi con possibili danni alla cute dei pazienti.
Gli attacchi dei manipoli capacitivi e resistivi al corpo macchina sono di derivazione militare con innesti unici molto solidi, e innesti a baionetta per l’entrata degli elettrodi sui manipoli, quindi veloce intercambiabilità, facile pulizia, e pochi rischi di usura e rottura.
Il macchinario è stato sviluppato dai progettisti cercando di coniugare l’esigenza di prestazioni allo stato dell’arte con la compattezza adatta ad ottimizzare la trasportabilità. La doppia frequenza-base di erogazione e la sintesi vocale, tanto per fare due esempi, testimoniano lo sforzo riguardante il primo aspetto, mentre le dimensioni “da notebook” in cui il tutto è stato “compresso” danno anche una idea delle capacità tecnologiche messe in campo. Sono anche proposti due tipi di carrello (opzionali) e sopratutto due diverse borse da trasporto, di cui una in similpelle, completamente dedicata, che dona un effetto “vintage” molto gradevole, ma fornisce un appeal professionale e al contempo moderno visto il display “touch-screen” al centro del dispositivo.
Proprio il display rappresenta una novità nel campo degli elettromedicali abituati negli anni a strumenti con un design non proprio moderno. La presenza di poter comandare il dispositivo esclusivamente con il tocco delle dita, è però supportata dalla presenza di un comodo joystick laterale al display che facilita l’uso anche con mani sporche di crema. E’ presente anche una comoda voce guida per ogni operazione, pensata anche per terapisti non vedenti, che sarebbero svantaggiati dall’uso di un dispositivo che necessita di un controllo oculo-motorio. Un particolare plauso quindi alla sensibilità dell’azienda nel tentare di non lasciare “fuori” persone con diverse abilità.
La macchina è dotata di 3 microprocessori ognuno dedicato alla gestione di una determinata funzione: Il primo (quello più importante) gestisce l’elettronica, il secondo gestisce le 6 ventole deputate al raffreddamento ( il macchinario risulta davvero molto silenzioso, ma se usato intensamente si attivano tutte le ventole e il rumore si sente..), e infine abbiamo un terzo microporcessore deputato al controllo della potenza ed assorbimento. Proprio questo microprocessore ci ha interessato parecchio per il suo funzionamento che mette a riparo il paziente da eventuali danni legati ad una eccessiva potenza rispetto alla quantità di energia errata. Sono presenti sul display anche altri due parametri rappresentati da un indicatore dell’impedenziometria oltre ad un feed legato da un elettrodo che cambia colore in base alla potenza e al calore raggiunto.
Sono presenti diverse modalità di erogazione: sinusoidale, quadra ed atermica. Nella prima modalità abbiamo la classica forma d’onda che fornisce un pacchetto di energia crescente e decrescente in modo lento, nella seconda (onda quadra) la macchina riesce a fornire pacchetti con un valor efficace di potenza superiore rispetto alla precedente (programma pensato, supponiamo, per il trattamento in campo veterinario), e infine abbiamo la forma “atermica”. Proprio l’atermia è una modalità totalmente “nuova”: i macchinari classici, vengono infatti impostati con potenze basse, generando una movimentazione elettrolitica lieve tanto da non provocare la comparsa dell’effetto termico, mentre questo macchinario ha una forma di erogazione che prevede un picco, e una potenza decrescente.. questo permette un maggiore movimento elettrolitico, rispetto al meccanismo classico.
Conclusioni:
La tecarterapia Tk1, è un macchinario robusto, compatto, e ben costruito. Si vede un attenta progettazione di uno dei marchi storici della fisioterapia, con cura ed esperienza. Gli effetti ottenuti in questo periodo di 2 settimane di test hanno messo in evidenza risultati allineati con macchinari più blasonati e costosi.
Perchè scegliere la Tecar Fisiocomputer TK1?
-Alta trasportabilità, senza rinunciare alla potenza necessaria nel 90% dei casi di trattamento (abbiamo testato gli effetti resistivi su distretti “Profondi” senza sentire il bisogno di ulteriore potenza”
-Attenta scelta dei materiali (elettrodi, cavi e passacavi, giunzioni alle piastre..),
-Attenzione ai colleghi con problematiche visive
-Regolatori di potenza con svariati sistemi di sicurezza
Cosa non ci è piaciuto?
In realtà non mi ha stupito l’aspetto estetico del macchinario, con accostamenti non nuovissimi, oltre a giunzioni in bella vista. La presenza di viti nella scocca superiore rende poco filante la linea. Purtroppo in un periodo in cui si guarda anche l’apparenza, la trovo una pecca, seppur nella sostanza il macchinario si è comportato egregiamente. I manipoli hanno la classica forma a clessidra, che permettono una ergonomia nel massaggio con elettrodo in mano non particolarmente comodo, seppur in linea con tanti altri macchinari.
HO esposto le mie piccole perplessità al produttore, e mi ha assicurato che verranno prese in considerazione, per un miglioramento del macchinario.
David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.