Protesi Ginocchio | Una guida completa
Protesi ginocchio è un intervento chirurgico in cui un ginocchio artrosico o che ha subito un trauma viene sottoposto ad una procedura che richiede la sostituzione dell’articolazione con una nuova “Articolazione” in un materiale biocompatibile chiamato PROTESI. Ogni anno si stima che in Italia Vengono impiantate almeno 70 mila protesi di ginocchio, e le nuove tecnologie e tecniche permettono di migliorare i risultati oltre naturalmente i tempi di recupero e degenza medi.
Se purtroppo sei in questa condizione, vuol dire che la tua articolazione si è rovinata, e l’unica soluzione per risolvere definitivamente questo dolore, legato all’artrosi, un processo degenerativo della cartilagine e dell’articolazione (Spesso viene a instaurarsi un processo in cui si consuma la cartilagine articolare), è proprio intervenire con una protesizzazione dell’articolazione. Come spesso succede dopo la visita, sei preso da mille dubbi, e domande, così abbiamo pensato di rispondere alle più frequenti e provare a fugare ogni dubbio su questo tipo di intervento che proprio per la sua alta frequenza sono sempre più le persone che decidono di ricorrere a questo atto chirurgico.
Indice:
Cosa è una protesi di Ginocchio?
Anatomia del ginocchio
Perchè fare l’intervento
Esami per evidenziare la necessità di intervenire
Tipi di intervento
Quanto dura una protesi?
Cosa fare prima di operarsi
Come si Esegue l’intervento chirurgico
Quanto dura una protesi?
Possibili complicazioni
Protocollo riabilitativo post chirurgico
Vantaggi economici per la società
Cosa è una protesi Ginocchio?
Come ricordano i trattati di medicina, bisogna risalire al 1968, per ricordare la data in cui fu impiantata per la prima volta una protesi di ginocchio. Da quella data, sono stati fatti enormi passi in avanti nel tentativo di migliorare la struttura, i materiali, e le tecniche chirurgiche di impianto di protesi al ginocchio. E’ bene cercare di inquadrare la tipologia di paziente e precisare con lui tutti i passi e le procedure che saranno utilizzate nell’iter medico che accompagnerà il percorso.
Per prima cosa però è giusto fare un pò di chiarezza e analizzare e comprendere quali sono le strutture anatomiche coinvolte in questo genere di intervento chirurgico.
Anatomia del ginocchio:
Il ginocchio è una articolazione relativamente semplice, che risulta costituito da 3 strutture ossee (cercherò di usare termini semplici per semplificare la trattazione): l’epifisi distale della tibia (parte terminale dell’osso della coscia), l’epifisi prossimale della tibia(parte superiore della gamba),e un osso piatto e rotondeggiante chiamato Rotula. Tra tutte queste strutture troviamo una superficie chiamata cartilagine.
Tali strutture permettono a questa articolazione di eseguire due movimenti: la flesso estensione e una piccola rotazione.
Le strutture ossee, sono tenute assieme mediante dei legamenti e dei tendini, che sostengono l’articolazione. Anteriormente troviamo il tendine del quadricipite (muscolo anteriore della coscia) il cui tendine chiamato Tendine Rotuleo ingloba la rotula e si inserisce anteriormente sulla tibia stabilizzando anteriormente il ginocchio. lateralmente troviamo il legamento collaterale laterale, e medialmente (zona interna) troviamo il collaterale interno. Dentro al ginocchio invece trovano spazio i legamenti crociati (anteriore e posteriore) che hanno la funzione di stabilizzare il ginocchio durante la flessione e l’estensione e sopratutto limitare la rotazione durante la flessione. A questo apparato legamentoso si aggiungono i tendini dei muscoli flessori del ginocchio la cui tensione stabilizza ulteriormente il ginocchio.
Perchè c’è bisogno di fare un intervento per impiantare una protesi di ginocchio?
Generalmente si decide di intervenire in presenza di 3 sintomi principali che normalmente contraddistinguono una condizione artrosi avanzata:
Dolore, Gonfiore e sopratutto una ridotta mobilità articolare
In linea generale si necessita di questo tipo di intervento per 2 motivi: cause traumatiche e cause artrosiche.
Nel caso di un incidente che ha deformato completamente la struttura anatomica del ginocchio, l’idea di impiantare una protesi è certamente la più immediata, per riprendere in fretta a camminare (qualora la chirurgia non riesca a sintetizzare mediante chiodi, placche e fili, i “Pezzi” rotti di osso).
Nal caso di Artrosi invece, si ricorre a questo intervento per ritornare ad avere delle superfici di movimento che sono state rovinate dall’usura.
Le cause di usura e assottigliamento della cartilagine vanno ricercate quasi sempre in una anatomia errata come:
deviazione anteriore del ginocchio
deviazione laterale e mediale del ginocchio (ginocchio valgo o varo)
disturbo femoro-rotuleo con lussazione ricorrente o sublussazione della rotula, anche se raro
artrite settica, artrite microcristallina (condrocalcinosi, gotta), artrite infiammatoria, sinovite villo nodulare.
Esistono infine delle malattie di origine reumatologica in cui il sistema immunitario colpisce alcune articolazioni andando ad erodere le superfici articolari.
Queste particolari condizioni, hanno come sempre una evoluzione, e sopratutto nelle prime fasi, sarà quasi sempre possibile trattare i sintomi dolorosi mediante Fisioterapia (Rinforzo muscolare, ghiaccio, e terapie antalgiche come il Laser ad alta energia, la Tecarterapia in modalità Atermica, gli ultrasuoni e le onde d’urto radiali
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Quali sono gli esami strumentali per dare indicazione chirurgica
Generalmente il paziente si presenta dal medico lamentando un dolore al ginocchio e sarà cura del medico ortopedico, prescrivere degli esami per comprendere meglio la natura del dolore. Generalmente il medico si basa proprio sul dolore per indirizzarsi verso esami approfonditi per dare una conferma dell’idea diagnostica che si fa durante la valutazione clinica. Certamente una buona intervista e una precisa localizzazione del dolore sono fondamentali per aiutare il medico
Il primo esame che va effettuato è una banale Radiografia Rx del ginocchio sotto carico con proiezioni sagittali e laterali (foto anteriore e laterale) per studiare l’anatomia della struttura articolare.
Nel caso di ulteriori indicazioni (sempre che lo specialista ne veda l’utilità, e non facendo di testa propria), si potrà effettuare una Tac, o una Risonanza Magnetica (per analizzare la condizione dei tessuti molli).
Il medico, procede ad una valutazione clinica del paziente, dopo aver visto gli esami strumentali, ponendo il paziente su un lettino, saggiando l’aspetto del ginocchio (gonfiore, colore..), testando il movimento della rotula (movimenti laterali e movimenti dall’alto verso il basso e viceversa), ed infine testerà la flesso estensione e la rotazione ponendo attenzione al dolore e alla limitazione che generalmente è quasi sempre presente.
Chi sono i soggetti più a rischio?
Essendo un intervento che nella maggioranza dei casi colpisce persone affette da Artrosi, va da se, che le persone maggiormente esposte al rischio, sono i soggetti con età compresa tra i 55 e gli 80 anni.
Possono come detto essere sottoposti a protesi le persone che hanno subito un grave danno all’articolazione e non è possibile procedere ad un tentativo di riparare l’articolazione.
Quali sono le tipologie di intervento di protesi ginocchio?
La prima distinzione da fare è tra protesi del ginocchio totale e protesi del ginocchio monocompartimentale. La prima sostituirà tutta l’articolazione (con risparmio o sacrificio dei legamenti crociati), mentre la protesi monocompartimentale rivestirà solo una parte del ginocchio.
Infatti il medico può trovarsi di fronte ad una situazione in cui solo una parte del ginocchio è rovinata, e può quindi decidere di non sostituire interamente l’articolazione piuttosto applicare una sostituzione di solo la porzione danneggiata. Talvolta capita che alla prima visita ortopedica venga consigliata una protesizzazione parziale, ma se si lascia proseguire il processo degenerativo è possibile che tale intervento non sia più praticabile, e venga consigliato un intervento di protesi totale.
Importante è poi la tecnica chirurgica utilizzata dal chirurgo. Con le nuove tecniche mini invasive è possibile sottoporsi ad un intervento che sarà più rapido, meno traumatico, e sicuro per il paziente rispetto a quanto accada con la tecnica standard.
Molte persone si domandano se sia più importante affidarsi ad un bravo chirurgo o puntare piuttosto ad una protesi più costosa. Possiamo rispondere a questa domanda affermando che questi due fattori si influenzano a vicenda ma il paziente non dovrebbe mai scegliere la protesi. È il chirurgo, infatti, a scegliere il tipo di protesi da applicare, anche in base alla diagnosi eseguita sul paziente. Per questa ragione è importante affidarsi ad un professionista nella quale si abbia piena fiducia, anche per affrontare l’intervento con maggiore tranquillità. Una volta che avrete scelto il medico in questione vi raccomandiamo di affidarvi totalmente a lui, ricordandovi di menzionare tutte le vostre eventuali allergie, che saranno molto importanti anche nella scelta del metallo della protesi.
Tipologie di metalli usati nella protesizzazione di ginocchio:
Componenti femorale e tibiale: leghe metalliche di cromo-cobalto o titanio con presenza di nichel. In caso di allergie sospette o dichiarate al nichel è importante avvertire il chirurgo che utilizzerà quindi una protesi nichel-free.
Inserto tibiale e rotula: polietilene cross-linked (ad altissima resistenza e bassa usura)
Quanto è la durata di una Protesi?
A differenza della protesi di anca, la durata di una protesi al ginocchio è di circa 15-20 anni, ma in soggetti giovani la durata può essere minore. Purtroppo l’intervento di Riprotesizzazione di Ginocchio è un intervento molto complesso i cui risultati sono spesso altalenanti, per cui, il primo consiglio da dare al paziente è sottoporsi a questo intervento il più tardi possibile, tenendo però in considerazione la qualità della vita. Infatti, è molto frequente vedere persone anziane, che un pò per paura dell’intervento, un pò per aspettare, riducono i loro spostamenti, e magari vanno a limitare la propria vita, creando al contempo altre problematiche generiche riguardanti la sedentarietà. Esistono tante tipologie di materiali per cui il medico dovrà scegliere quella che più si adatta alla tipologia di persona che la dovrà ricevere.
Talvolta assistiamo a Persone che aspettano talmente tanto a fare questo intervento, arrivando ad etaà avanzate, quando poi diventa pericoloso, o comunque molto più impegnativo questo genere di intervento chirurgico
Ok, ho deciso di operarmi, cosa devo fare prima dell’intervento?
Generalmente, da quando hai fatto la visita, e quando realmente ti opererai intercorre un tempo compreso tra 1 mese e 3 mesi (purtroppo le tempistiche del sistema sanitario nazionale, a volte superano abbondantemente tale tempistica), ma comunqe sarà concordato col medico una finestra di tempo all’interno della quale sarà probabilmente eseguita la procedura chirurgica
Tale tempo può essere sfruttato dal paziente per attuare una serie di cambiamenti al proprio stile di vita, per meglio prepararsi a questo intervento, che proprio per la natura demolitiva risulta abbastanza delicato (La protesi ginocchio risulta essere per propria natura un intervento di “Non ritorno”)
- Perdere il peso in eccesso per evitare il sovraccarico al ginocchio operato e del lato sano durante il recupero. Questo punto è di vitale importanza, in quanto il peso eccessivo crea problematiche nel recupero postoperatorio, e crea grossi problemi alla stabilità e alla struttura stessa. Importante è quindi cercare di restare magri per consentire alla vostra protesi di vivere più a lungo
- Evitare assunzione di farmaci antinfiammatori (soprattutto Acido acetilsalicilico, Nimesulide…) e di qualsiasi terapia occasionale non prescritta dal medico curante per almeno 2 settimane prima dell’intervento.
- Controllare la presenza di eventuali infezioni latenti (ascessi dentari, cistiti, etc…)
- Se si assumono estroprogestinici orali (“pillola”) sospendere almeno 30 giorni prima dell’intervento
- Sospendere 35 giorni prima dell’intervento l’assunzione di farmaci antiaggreganti
- Smettere di fumare sopratutto per i fumatori incalliti (per ridurre i problemi respiratori durante e dopo l’anestesia).
E’ opportuno chiedere al medico curante una lettera di presentazione del paziente contenente informazioni sulle condizione cliniche e sulle sue patologie attuali e remote.
Dalla mezzanotte prima dell’intervento non si potrà né mangiare né bere.
Se possibile, nel mese precedente l’intervento, vi verrà prelevato del sangue (predepositi) per utilizzarlo come autotrasfusione dopo l’intervento; nell’immediato periodo preoperatorio vi verranno somministrati i farmaci necessari alla profilassi antibiotica e alla prevenzione delle tromboembolie periferiche (ATE)
Come si esegue l’intervento chirurgico di protesi di ginocchio?
Per provare a fugare ogni dubbio proviamo a spiegare tecnicamente in cosa consiste l’intervento chirurgico di protesi ginocchio:
Il chirurgo esegue una incisione longitudinale anteriore al ginocchio ed esegue una artrotomia (apertura dell’articolazione)
Verrà asportata la cartilagine danneggiata e residua dal femore e dalla tibia e preparate la superfici ossee in maniera da accogliere la protesi. Nella protesi monocompartimentale questa fase riguarda solo una parte del ginocchio, nella protesi totale riguarda tutto il ginocchio. Nella protesi totale, il chirurgo, a seconda dei casi, potrà inoltre decidere di conservare o asportare i legamenti crociati.
Previa applicazione di polimetilmetacrilato (volgarmente detto cemento) verranno applicate le componenti protesiche che rivestiranno l’osso tibiale e l’osso femorale. Il cemento garantisce la stabilità e la tenuta della componente protesica all’osso
Nella protesi totale (o nella protesi monocompartimentale femoro-rotulea) verrà asportata la cartilagine rotulea e sostituita con una componente in polietilene
Tra le componenti metalliche tibiale e femorale verrà inserito un disco di plastica (polietilene) che rappresenterà la nuova superficie di scivolamento tra le superfici.
Si eseguiranno una serie di test funzionali sul ginocchio per capire se impianto eseguito funziona correttamente. Quindi procederà alla chiusura dell’articolazione.
In questo video viene spiegata perfettamente la procedura chirurgica per la protesi di ginocchio, in maniera molto semplice e chiara.
Possibili Complicazioni di una protesi :
Seppure parliamo di un intervento di estrema routine, non sono da escludersi delle possibili complicazioni, che anzi vanno tenute in considerazione proprio per cercare di limitarle al massimo:
Rischio di Infezioni: seppure le procedure chirurgiche sono state perfette, esiste un rischio infezione non proprio basso, che necessita di un approccio incisivo e tempestivo. Si cerca generalmente di debellare l’agente patogeno con Antibiotici, il più possibile specifici. In casi piuù disperati, si deve procedere ad un nuovo intervento di reinpianto purtroppo. Durante interventi successivi, (come quelli ai denti) sarà cura dei colleghi far eseguire la corretta profilassi antibiotica per scongiurare infezioni che nonostante siano sistemiche possano raggiungere il metallo della protesi e impiantarsi proprio li, dove poi sarà molto complesso e delicato riuscire a debellarli.
Danno a Nervi, legamenti, o tendini: procedure chirurgiche non propriamente corrette, ma parliamo di un rischio molto basso proprio per la enorme routine
Sanguinamento intrarticolare
Trombosi Venosa profonda: rischio medio se non vengono attuate le normali procedure mediante farmaci anticoagulanti per tutto il periodo post intervento e riabilitativo, e non vengono indossate calze antitrombo
Frattura ossea: Durante l’intervento può verificarsi una frattura delle superfici ossee su cui andrà impiantata la protesi. Questa evenienza è poco frequente, ma comunque possibile
Rigidità Articolare: sopratutto in soggetti anziani o poco partecipi alla riabilitazione possono verificarsi capsuliti, o comunque rigidità articolare che limitano il movimento corretto della nuova articolazione. Dal punto di vista della fisioterapia, il collega che segue questo genere di riabilitazione DEVE preoccuparsi immediatamente di recuperare immediatamente l’estensione del ginocchio e parallelamente la flessione, in quanto una non completa estensione limiterebbe la deambulazione, provocando problematiche nel cammino, oltre a problemi ad anca e colonna.
Dislocazione della rotula: evenienza rara, con una lussazione della rotula
Artrosi della Rotula: Non sempre viene trattata la superficie della rotula, per cui spesso si verificano problematiche a carico di questo osso sesamoide, che inficiano la riabilitazione e comunque sono causa di dolore e limitazione articolare
Reazioni allergiche ai materiali della protesi: Evenienza che andrebbe fugata in fase preventiva dal chirurgo che si deve accertare della eventualità di una allergia al materiale, e quindi propendere per materiali maggiormente tollerati dal paziente
Fisioterapia post chirurgica:
Medicare la ferita ogni 2 o 3 giorni con un adeguato disinfettante (Betadine o simili) coprendola poi con garze sterili e cerotto anallergico. Il cerotto va fissato con il ginocchio piegato perché non impedisca i movimenti. • Evitare di bagnare la ferita e non immergere completamente il ginocchio in acqua finché sono presenti i punti.
A 15 giorni dall’intervento rimuovere i punti di sutura dal proprio medico curante o presso l’ospedale. • Iniziare subito i movimenti di flessione del ginocchio fino a 90°, esercizi per rafforzare del muscolo quadricipite con ginnastica isometrica senza pesi. L’estensione deve essere guadagnata sin dai primi giorni, se si nota un deficit della flessione superiore ai 10° è meglio consultare l’ortopedico. • Il carico può essere concesso con l’utilizzo di 2 bastoni caricando circa il 30% del proprio peso corporeo.
FASE 2 dal 15° al 30° giorno
Proseguire la ginnastica di rinforzo del quadricipite, si possono iniziare esercizi con piccoli pesi sulla caviglia (max 2 Kg) ed esercizi di stretching dei flessori. Esercizi di mobilizzazione dell’anca e della caviglia. Flettere il ginocchio fino a 100°. • Si può iniziare a Caricare con 2 bastoni fino al 50% del peso corporeo. • Iniziare la cyclette per 15 minuti 2 volte al giorno. In questa fase diciamo tra le 4-6 settimane dopo l’operazione È bene astenersi dalla guida se non si è ancora in grado di piegare liberamente il ginocchio
FASE 3 dal 30° al 60° giorno
Proseguire la ginnastica attiva e passiva del ginocchio. • Flessione anche fino a 120°. • Carico con 1 bastone da utilizzare sul braccio opposto alla gamba operata (es. ginocchio destro operatobastone sul braccio sinistro). • Al termine del 2° mese è opportuno eseguire una radiografia standard del ginocchio operato ed effettuare una visita di controllo ambulatoriale con l’ortopedico.
Vantaggi economici per la società:
La fase preparatoria ambulatoriale, l’esiguità dei tempi di ricovero (3-5 giorni), la brevità dei tempi di recupero (2-3 mesi) e la rapida ripresa dell’attività lavorativa fanno sì che gli interventi di protesizzazione di ginocchio vadano valutati in maniera positiva dal punto di vista economico ed efficientistico e per i costi ospedalieri e sociali esigui.
Ricordiamo che questo mese puoi usufruire della promozione
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.