Paresi facciale
La Paresi Facciale, una condizione difficile
Sei stato colpito da una Paresi Facciale, vediamo di cosa si tratta:
Talvolta capita che una mattina, improvvisamente ci si sveglia, si va in bagno, e ci si accorge che l’intero viso, tende ad essere spostato completamente da un lato. L’occhio lacrima, non si riesce a muovere alcun muscolo, e il labbro perde i liquidi appena proviamo a bere un bicchiere d’acqua. Per prima cosa, ti invito a recarti velocemente nel primo pronto soccorso, vicino la tua posizione, in quanto, tale sintomatologia, potrebbe anche coinvolgere un danno più grave, che necessita di tempestività (ictus…).
Per definizione la paresi facciale è il risultato di una lesione del neurone periferico,lesione che può essere localizzata in qualsiasi punto del suo tragitto, dal nucleo fino alla giunzione neuromuscolare.
La lesione del nervo facciale può essere totale o parziale, può coinvolgere tutta la faccia o parte di un emilato,e talvolta può essere localizzata anche allo stesso emilato della lesione del nervo. Il segno maggiormente accreditato è il segno di Bell, ovvero una difetto dell’occlusione dell’occchio.
Fatta la diagnosi di Paresi facciale (paralisi del nervo facciale), si deve procedere al trattamento tempestivo.
Cosa è il nervo facciale?
Il nervo facciale è il settimo paio di nervi cranici, o nervi encefalici, sono un gruppo di nervi che invece di avere origine dal midollo spinale, partono direttamente dall’encefalo. Più precisamente dal tronco encefalico.
È un nervo misto,essenzialmente motorio,che ha il suo nucleo nella parte bassa del ponte, da cui parte una voluminosa radice costituita in gran parte da una motorioa, e in minima parte anche da una radice sensitiva (nervo intermedio o nervo di Wrisberg). Senza addentrarci eccessivamente nel decorso interno del nervo facciale, ci interessa sapere che tale struttura esce verso l’esterno da un piccolo forame detto Stilomastoideo dando origine a tre rami:
- Retroauricolare:che innerva i muscoli auricolari e l’occipite
- in avanti, che innervail muscolo stiloideo
- posteriormente, che innerva il digastrico
Il tronco del nervo facciale passa poi tra i due lobi della parotide dove si divide, in 2 rami, la branca cervicofacciale e la branca temperofacciale. Infine tende a dividersi in tanti altri rami andando ad innervare:
- muscoli pellicciai
- muscoli della mimica
- muscoli dell’espressione del massiccio facciale
La Paresi facciale
Tutti i soggetti colpiti da una paresi facciale periferica hanno non soltanto un danno fisico, ma anche un danno psicologico importante con un sentimento di perdita di personalità, di identità di potere e di potenza. Il paziente che ha subito quindi una paresi facciale ha una deformazione a livello dell’emifaccia e la sua impotenza nel non riuscire volontariamente a contrarre la muscolatura, risulta davvero insopportabile. Quando cerca di parlare, ha un sentimento di frustrazione, non riuscendo a far passare il messaggio che desidera,non solo a livello della mimica, ma anche a livello della fonazione. A questo di aggiungono i disturbi legati alla masticazione e all’eloquio, sopratutto se il soggetto lavora ed è a contatto con il pubblico. I danni Psicologici sono molti e non vanno sottovalutati.
Le cause di una Paresi facciale:
La paresi facciale, può avere svariate cause, che vanno tutte prese in considerazione durante la fase di diagnosi:
- Freddo:talvolta uno sbalzo termico,una ventata di aria fredda può innescare la paresi
- Infiammazione:infezioni virali (zona), in seguito ad irradiazione di un neurinoma dell’acustico
- Infettiva:otite cronica
- Traumatica:frattura della rocca petrosa (zona da cui esce il nervo verso l’esterno)neurinoma
- Affezioni generali:diabete,sarcoidosi,aids,Tubercolosi…
Vengono quindi coinvolte molte specialità mediche e si sottopone il paziente ad una serie di test per individuare quale è la causa e la specialità appropriata (test di Essien,Blink reflex,test di Higer, etc etc)
Possiamo suddividere i pazienti in base a diversi momenti della patologia:
- Paralisi flaccide
- paralisi pseudo flaccide
- paralisi in corso di recupero
- paralisi con anomalie del recupero,ipertono e sincinesie
Purtroppo va fatto notare che se una paralisi facciale non recupera nei 25 giorni successivi alla lesione, molto probabilmente ci saranno delle anomalie nel recupero.Va però evidenziato che il nervo facciale è uno dei pochi nervi che recupera nel tempo (addirittura si hanno casi in cui il recupero ha richiesto anche 4 anni)
Come si cura la Paresi facciale?
Individuata la Causa, tra le sopraelencate, va creato un piano di riabilitazione appropriato. Se la causa è infiammatoria, si prescrive un ciclo medio lungo di cortisone per combattere l’infiammazione. Se la causa è virale, si deve combattere l’infezione, eventualmente con antivirali, o aspettare che il sistema imunitario riesca a fare il suo decorso.Nei casi di lesioni traumatiche, vanno apportate le modifiche necessarie per ridurre l’impatto e il trauma al nervo.
Riabilitazione di una Paresi Facciale:
Il numero delle sedute viene stabilito in funzione del recupero e della stadiazione del problema. Generalmente comunque, la frequenza è quotidiana per il primo mese, e successivamente fino a 3 mesi, può essere trisettimanale sino ad ottenere un equilibrio della faccia.Il recupero viene percepito diversamente dal paziente rispetto agli altri che lo osservano, in quanto, spesso si percepisce una lentezza di conduzione dell’impulso tra la richiesta e il reale reclutamento del muscolo.
Durante la prima Seduta si è soliti fare una cartella clinica o comunque una valutazione del paziente, ponendo attenzione alla stadiazione, ed eventualmente corredando l’intervento valutativo con foto o video, per mettere a comparazione delle successive valutazioni ad un mese di distanza circa.
Si consiglia al paziente di effettuare esercizi per aiutare sopratutto l’occhio a riprendersi più velocemente, oltre a consigliare l’uso di occhiali da sole 100/100 uva che avvolgono l’occhio lateralmente per tentare di scongiurare il rischio di una cheratite, oltre a preservarlo da polvere, vento e luminosità.
Durante la seduta può essere di aiuto una esposizione a calore da infrarosso, per vascolarizzare la zona, e aiutare quindi gli scambi cellulari e facilitare l’arrivo dell’impulso nervoso. Nella fase in cui si possono avere ipertonie o sincinesie, può aiutare nella preparazione rilasciando la muscolatura e preparando allo stiramento dei muscoli.
Può essere di aiuto il massaggio, per tonificare la muscolatura, oltre a ridurre l’eventuale edema, sopratutto nelle paresi facciale traumatiche. Il terapista può effettuare una valutazione anche del cavo orale, per tentare di individuare eventuali trigger point, che inibiscono la contrazione muscolare.
Molto efficace il laser ad alta potenza, che se usato corretamente proprio nell’area colpita riesce a ridurre l’infiammazione e accellerare il recupero.
In generale la rieducazione consiste nel far recuperare i muscoli orbicolari delle palpebre e delle labbra, oltre a quelli della mimica, proponendo esercizi che possono sembrare semplici o banali, ma che vanno selettivamente a sollecitare le sincinesie, e il reclutamento contemporaneo o selettivo di tutti i muscoli facciali.
Può essere di aiuto, l’ausilio di Biofeedback, ma non rsulta di per se indispensabile.
Esistono infine pareri discordanti circa l’utilizzo della Tossina botulinica: Può essere utilizzata solo su ino o due muscoli per metterli in “ibernazione”, il che consente al paziente, per tutto il tempo per il quale sono inefficaci, di recuperare i loro antagonisti. Tale trattamento con la tossina botulinica va usato con criterio per non vedere comparire ulteriori paralisi.
Va ricordato che il recupero Può essere molto lungo, e purtroppo i tempi non sono preventivabili, in anticipo e variano da caso a caso.
Seppur non frequentissima come incidenza di patologia mi sento di consigliare professionisti esperti, e con alle spalle diversi casi di guarigione di questa patologia, in quanto il recupero dipende molto dal terapista che effettua la seduta.
David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.