Osteoporosi
Osteoporosi, una nuova via?
Una nuova metodica per favorire la crescita ossea e quindi combattere l’osteoporosi, che potrebbe dunque portare a importanti sviluppi per la salute delle persone anziane è stata sviluppata a Liverpool, presso lo University’s Institute of Ageing and Chronic Disease e pubblicata su Proceedings B, la rivista dedicata alle scienze biologiche della Royal Society britannica.
Il professor Jonathan Jarvis della Liverpool John Moores University ha progettato dei minuscoli pacemaker che sono stati sperimentati su un gruppo di topi di laboratorio; producendo contrazioni muscolari ogni 30 secondi per 28 giorni. IL risultato è stato molto incoraggiante in quanto hanno ottenuto un aumento del 30% dell’osso in alcune zone mirate.
La ricerca è stata coordinata durante il suo dottorato da Paula Vickerton, che ha ricordato che «patologie e fragilità ossee colpiscono una percentuale crescente di popolazione, ma i trattamenti attualmente esistenti non sono specifici: sono diretti a tutto l’apparato scheletrico e non alle regioni in cui l’osso è maggiormente degradato».
È noto che la contrazione muscolare gioca un ruolo essenziale nell’ambiente meccanico in cui si muove il tessuto osseo,in quanto l’osso risulta “attaccato” al muscolo mediante i tendini ma solo raramente le contrazioni muscolari indotte da un macchinario sono state utilizzate per studiare la risposta dell’osso a stimoli meccanici, e quindi studiarne un approccio nel combattere l’osteoporosi.
La ricerca inglese mostra invece che la stimolazione elettrica non agisce soltanto sui muscoli a cui viene applicata, ma può costituire una tecnica efficace anche per la formazione di osso. «Un periodo di carico relativamente breve – scrivono gli autori – ha prodotto uno spettacolare aumento del volume osseo che è stato superiore a quello ottenuto con metodi più radicali».
Nell’esperimento, le contrazioni muscolari sono state indotte negli arti posteriori di sinistra di nove cavie, utilizzando i controlaterali di destra come controllo. Le misurazioni sono state effettuate sulle immagini prodotte da un sistema di microtomografia computerizzata (micro-CT) e i dati sono serviti per realizzare un modello di simulazione del meccanismo di propagazione delle forze attraverso l’osso. I valori di picco di deposizione di osso si sono osservati nella regione anterodistale della tibia, con un incremento significativo della superficie trasversale (in media del 28,61%) e del volume dell’osso (30,29%) dell’arto sottoposto a stimolazione.
L’esame istologico ha mostrato un’ampia regione di nuovo tessuto osseo, contenente “grappoli” di condrociti, indicativi di ossificazione endocondrale, anche se il tessuto osseo di nuova formazione si è caratterizzato con un modulo di elasticità inferiore (8.8+2.2 GPa) rispetto a quello preesistente (20+1.4 GPa). «L’evidenza di una interrelazione tra osso e muscolo – hanno concluso gli autori – è ampiamente dimostrata».
Fino ad ora abbiamo contrastato l’osteoporosi con medicinali, vitamine, integratori alimentari, Tecarterapia magnetoterapia cemp,attività fisica e carico, ma mai si era pensato di sfruttare l’elettrostimozione e quindi combattere il problema da “lontano”.
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.