Morbo di Haglund , il dolore dietro il tallone
Il dolore dietro il tallone chiamato Morbo di haglund è una patologia molto frequente, che per definizione è dovuto alla crescita anomala di una esostosi dietro il calcagno, proprio in corrispondenza dell’inserzione del tendine di achille sul Calcagno del piede.
Spesso il morbo di haglund risulta essere asintomatico, ovvero il paziente scopre tale escrescenza, o al tatto, oppure occasionalmente facendo una lastra magari per altre motivazione. Invece è molto frequente accorgersene al cambio di scarpe, magari con un bordo posteriore molto rigido, che sfregando contro l’escrescenza, la infiamma e fornisce il punto di innesco per un processo infiammatorio che può davvero compromettere la deambulazione e comunque la salute del piede.
Questa patologia legata ad una infiammazione del calcagno, risulta essere uno dei fattori di rischio più importanti negli infortuni al piede del podista o dello sprinter, creando situazioni che spesso rovinano una stagione o ne compromettono magari le prestazioni atletiche.
Vediamo ora quali sono le Cause del Morbo di Haglund
Le possibili cause del morbo di haglund (chiamata anche malattia di haglund, forse in maniera impropria) vanno ricercate in due grandi macrocategorie:
Problematiche di tipo anatomico : sono tutti quei casi in cui è presente una anatomia del distretto calcaneare, che grazie alla sua conformazione porta le strutture interessate ad uno stress molto intenso, tanto da portare il corpo in una condizione di “Riparazione” e quindi apporre calcio creando il substrato per la formazione dell’esostosi sul calcagno detta appunto Morbo di haglund
Problematiche funzionali legate ad un eccessivo uso: Qui entriamo nel “mondo” dello sport, in cui è richiesta una intensa attività fisica per cui il tendine di achille che si inserisce proprio sul calcagno, subisce dei microtraumi da trazione, con il risultato che tali microlesioni, vengono riparate dal corpo apponendo calcio, e quindi portando alla formazione dell’esostosi. Questa situazione è chiaramente legata ad uno sport, ma in alcuni casi anche lavori usuranti possono essere causa del Morbo
Problematiche posturali :un eccessivo accorciamento dei muscoli della catena posteriore può determinare una eccessiva tensione, a livello dei muscoli del polapccio, che sono vittime di un sistema accorciato. Questa condizione è quindi un grande fattore di rischio per l’instaurarsi di questo Morbo.
Certamente qualunque siano le Cause del morbo di haglund, il risultato sarà sempre la comparsa di dolore dietro il piede, proprio sul calcagno. Va detto, ad onor del vero, che esistono persone che non accusano alcun dolore, anche se in realtà è presente la “Sporgenza ossea” dietro il piede. Questo fenomeno è probabilmente legato ad una mancanza di irritazione della zona, che per motivazioni di solito legate al cambio o sovrauso di scarpe non adatte o rigide nel comparto posteriore tendono a irritare localmente la zona e quindi a scatenare un processo infiammatorio locale.
Sintomi del dolore dietro al Tallone
Il sintomo principale è chiaramente la presenza di Dolore localizzato sulla zona del retropiede, proprio posteriormente al tallone. Il dolore può essere di varia intensità e quasi mai si scatena in maniera violenta improvvisamente, piuttosto si comincia ad accusare il fastidio eppoi come spesso accade si tende a pensare che passerà da solo, quando invece, giorno dopo giorno va sempre peggio.
Il dolore può estendersi anche lungo il tendine di achille, e nei casi più gravi risalire anche verso il polpaccio, ma parliamo appunto di caso sporadici.
Altro sintomo è chiaramente una presenza più o meno vistosa di una sporgenza ossea.
Quando infiammato il morbo di haglund, può essere dolente al tatto o allo sfregamento, tanto da non permettere di indossare calzature con un bordo alto o comunque rigido (spesso sono le scarpe eleganti o di cuoio rigido)
In alcuni casi si può venire a creare una callosità locale, biancastra, che nonostante tentativi di rimozione tende a ripresentarsi.
Borsite del calcagno
Con il termine Borsite si intende una condizione infiammatoria, della borsa sierosa, una struttura che si trova anatomicamente tra il tendine di achille e il calcagno. Parliamo di una struttura di sostegno, un “Cuscino” che serve appunto per facilitare il movimento delle strutture, oltre che fornire sinovia all’articolazione. Se soggetta a stress meccanico, tale borsa sierosa, tende ad infiammarsi, gonfiarsi, e produrre dolore sia al tatto sia durante il movimento. EÈ una condizione molto frequente, e probabilmente in fase di diagnosi è molto importante fare diagnosi corretta, per poi concentrarsi meglio sulla causa che ha scatenato il morbo di HAglund.
Nei casi più gravi in cui non c’è una risposta terapeutica interessante alla sintomatologia, può essere la soluzione asportare chirurgicamente la borsa sierosa. Certamente parliamo di un disturbo che va considerato in fase di diagnosi, senza sottovalutarlo.
Come si fa diagnosi?
La diagnosi di un disturbo come questo, necessita di una attenta anamnesi per capire il modo in cui si è instaurato il problema, l’anatomia del distretto mediante palpazione della zona dolente, oltre ad una eventuale valutazione posturale alla ricerca di problematiche non solo nell’area dietro il calcagno.
Successivamente il medico prescriverà una Lastra Rx, e se sospetta una borsite, potrebbe approfondire con una ecografia per studiare appunto la borsa sierosa.
Diciamo che non è complicatissimo fare diagnosi, ma sconsigliamo sempre di fare il “Fai da Te”, per non perdere tempo e per iniziare subito i trattamenti specifici
I rimedi e cure per il morbo di haglund
Esistono rimedi per il morbo di haglund, e vanno suddivisi in Rimedi naturali, rimedi Fisioterapici, e rimedi chirurgici. Analizzeremo appunto le varie opzioni cercando di stadiare la situazione alla ricerca del rimedio giusto al momento giusto.
Come in tutte le infiammazioni, esiste una fase acuta, una fase intermedia e una cronica.. PEggiorare la situazione non è molto complesso e anzi va risolto il problema al più presto.
Fase acuta (rimedi naturali per il morbo di haglund):
La fase acuta, è probabilmente quella fase che compare improvvisa, con dolore al tallone nella parte dietro (posterioremente al calcagno) e che rappresenta una condizione inaspettata. Ci sono casi in cui esordisce in maniera graduale, aumentando quindi di giorno in giorno, e ci sono casi che dopo una intensa attività al mattino al risveglio si accusa il dolore molto intenso.
Come sempre senza una diagnosi non è facile prendere delle decisioni, ma proviamo:
IN questa fase, la soluzione più immediata è rappresentata dall’applicazione di Ghiaccio direttamente sulla zona. Si deve usare una borda del ghiaccio con i cubetti (io non amo il ghiaccio sintetico blu, per capirci), Facendo attenzione ad applicarlo sulla zona per 10 minuti, almeno 3 volte al giorno! Dire di non avere tempo, e non rispettare le tre applicazioni al giorno è la strada diretta ad un peggioramento del sintomo.
Nel caso ci sia un arrossamento, sarà consigliato l’uso di una crema antinfiammatoria Naturale come quella all’arnica, che può aiutare a ridurre il problema locale
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La crema va applicata almeno 2 volte al giorno mattina e sera.
In Questa fase si possono usare anche dei cerotti normali per proteggere la zona ed evitare lo sfregamento tra scarpa e retropiede.
Possono essere di grande aiuto anche delle solette antishock, in quanto sollevano un minimo il tallone scaricando il tendine d’achille, e favorendo un azione antinfiammatoria.
Utili sopratutto per le persone che praticano sport come la corsa, il calcio.. oppure per chi per lavoro cammina molto, o è obbligato ad indossare calzature dure o pesanti.
Queste solette sono un ottimo compromesso:
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Uso dei Cerotti medicati per la sindrome di Haglund
IN questa fase si possono usare anche i famosi cerotti per il morbo haglund, che contengono al loro interno il principio attivo antinfiammatorio. Va ricordato che seppur per via transdermica, tali cerotti, hanno sempre un farmaco, che viene assorbito dal corpo comunque. Un uso eccessivo può essere dannoso e anzi provocare fenomeni reattivi locali che vanno prontamente segnalati al farmacista.
in una fase acuta l’uso dei cerotti può essere di grande aiuto, ma ricordo che non vanno applicati per più di 3-5 giorni. Se il dolore persiste è bene interrompere il Fai da te naturale e rivolgersi ad un medico e un fisioterapista.
Fase Intermedia
La fase intermedia dell’infiammazione dietro il piede, che va considerata quando dopo una settimana di cure naturali, non si è riuscito a raggiungere un netto miglioramento della situazione. IN questa fase il medico visiterà il paziente, e probabilmente prescriverà gli esami strumentali in base alla valutazione clinica.
In questa fase è importantissimo il ruolo della Fisioterapia per curare il morbo di Haglund.
Il fisioterapista in accordo col medico, effettua la sua valutazione e cerca di curare sia l’infiammazione locale, sia le cause che hanno portato a determinare la formazione dell’esostosi.
Sono molto importanti gli esercizi di rinforzo per migliorare il tono dei muscoli della caviglia e del ginocchio
Dal punto di vista fisioterapico sono di estremo aiuto le Onde d’urto, che spesso dono considerate dolorose,una terapia strumentale abbastanza nuova nel panorama riabilitativo, che hanno una indicazione molto interessante dimostrata in questo studio su pubmed.
Circa le Onde d’urto dolorose per il morbo di haglund vi rimando a questo articolo: onde d’urto dolorose
In questo video invece possiamo vedere come agiscono le onde d’urto quando incontrano una superficie costituita da calcio
In aiuto saranno possibili delle terapie di supporto come la Tecarterapia, il laser ad alta potenza e l’ipertermia.
Non va assolutamente scordato il ruolo della riabilitazione mediante esercizi terapeutici volti a stimolare la muscolatura del polpaccio oltre che lavorare sul comparto propriocettivo.
Sarà fondamentale un programma riabilitativo che prevede un rinforzo muscolare, non solo del comparto posteriore ma cercando di riequilibrare tutta la muscolatura della gamba.
Inoltre potrebbe essere di aiuto un lavoro di allungamento dei muscoli del polpaccio, oltre che degli ischio crurali.
Di aiuto è chiaramente anche un allentamento della fascia, mediante Foam Roller, un semplice cilindro, che passato autonomamente sul polpaccio ogni giorno aiuta non poco ad allentare le tensioni muscolari.
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Fase Cronica
Quando una patologia come il morbo di haglund si cronicizza, i tempi di recupero si dilatano, e sopratutto all’inizio potrebbe accadere che i rimedi sopracitati, non hanno alcun effetto sul dolore. In questa fase, se il disturbo si protrae da mesi, ci vuole davvero molta pazienza, e sarà importantissimo affidarsi ad un Fisioterapista, esperto che conosca tutte le sfaccettature della patologia e sappia appunto rassicurare il paziente. EÈ buona norma eseguire un ciclo di terapie intensive, aspettare una settimana/dieci giorni, e ripetere il ciclo, per poter stimolare il corpo ad un recupero e valutare di volta in volta i cambiamenti, siano essi positivi, oppure negativi.
Può essere di aiuto, come “ultima spiaggia”, un ciclo di infiltrazioni con cortisone o un farmaco antinfiammatorio, ricordando ben a mente che tali farmaci potrebbero indebolire il tendine e potenzialmente portare alla rottura del tendine d’achille.
Questa Fase può durare anche mesi, e un aiuto anche di Natura Posturale è straconsigliato, e potrebbe solo che dare un valido aiuto.
Morbo di haglund artroscopia e operazione chirurgica
La chirurgia va intesa sempre come ultima possibilità e va eseguita da professionisti con ampia casistica. Si deve pensare alla chirurgia esclusivamente quando dopo 6 mesi di cure ininterrotte, e tutte le accortezze prese, non vi sono state sostanziali modificazioni al problema.
L’intervento chirurgico per il morbo di haglund prevede un apertura del tendine, con esposizione dell’esostosi. Mediante una fresa si andrà a rimuovere la neoformazione calcifica, e successivamente si andrà a suturare e ancorare all’osso il tendine. Tale intervento è naturalmente demolitivo e mette a rischio la resistenza del tendine d’achille.
Esiste la possibilità die seguire l’intervendo di rimozione dell’esostosi per via percutanea (mediante una guida radiografica), oppure per via artroscopica (in questo caso endoscopica sarebbe più corretto). Tale accesso e intervento ha il vantaggio di non indebolire il tendine di achille e favorire un recupero più veloce.
Sindrome di haglund post operatorio
Dopo un intervento chirurgico le linee guida le stabilisce il chirurgo che generalmente impone alcuni giorni di riposo assoluto fino almeno alle rimozione dei punti. Tale periodo di riposo può durare anche di più e varia in base al grado di lesione che si è procurata alla struttura tendinea.
Una volta che il medico lo ritiene opportuno, si procederà con la riabilitazione che è volta al recupero muscolare, all’allungamento della muscolatura del polpaccio, e infine al recupero completo del gesto atletico qualora il paziente fosse uno sportivo. Questa fase post operatoria ad un intervento di rimozione dell’esostosi di Haglund può durare qualche settimana, ma dipende molto da come è stato eseguito l’intervento chirurgico.
Conclusioni
Essere affetti dal morbo di haglund è certamente un problema, che se curato in maniera puntuale senza arrivare ad una fase cronica, non dovrebbe presentare grandi problematiche. Certamente, pensare che il dolore andrà via da solo, e anzi non eseguire le prescrizioni, gli esercizi e le strategie terapeutiche, può portare ad un peggioramento e una cronicizzazione del problema che diventa insostenibile, e richiede molti mesi di trattamento.
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.