Intervista al dottor Giuseppe Maccauro
Intervistiamo oggi il Dottor Giuseppe Maccauro, Chirurgo Ortopedico, con una visione della Riabilitazione “Moderna”. Parliamo oggi di lesione del Legamento Crociato.
Salve, dottor Maccauro, Grazie per il tempo concessoci.
–Inziamo, ci parli brevemente di lei:
Risp: lavoro al san Filippo neri, alla casa di cura Quisisana. Sono responsabile medico della Nazionale Italiana Under 21 calcio a 5, faccio parte della staff medico della Nazionale Italiana femminile di calcio a 5, sono consulente ortopedico per alcune squadre di Rugby della capitale come il Frascati e di calcio a 11 come la Lupa Castelli che ha vinto il campionato di serie D per approdare alla Lega Pro. Sono inoltre consulente esperto ortopedico per il ministero della salute.
Mi occupo principalmente di chirurgia ortopedica sportiva eseguendo i principali interventi in artroscopia. Lavorando da più di 10 anni in ospedale eseguo molta chirurgia traumatologica e protesi di ginocchio e protesi anca.
La mia più grossa soddisfazione lavorativa è stata quella di trasferirmi al san Filippo neri all’età di 38 anni e far ripartire da solo in un ospedale cosi grosso tutta la chirurgia artroscopica che era ormai ferma da più di 2 anni!
La medicina moderna la interpret cosi:
innovazione, stimoli continui, motivazione, aggiornamento, purtroppo valori che vengono spesso persi quando si lavora in modo statico in ambiente ospedaliero. Medicina moderna la vedo come lavoro in equipe non solo dal punto di vista chirurgico ma soprattutto nel post operatorio dove cerco di seguire I miei pazienti con fisioterapisti e preparatori di fiducia molto preparati.
–Parliamo proprio di Legamento crociato anteriore, che funzione ha, e sopratutto quali sono i
meccanismi traumatici più frequenti?
Risp.: La funzione del LCA è quella principalmente di stabilizzatore del ginocchio nei
movimenti rotatori e di traslazione della tibia anteriormente rispetto al femore: con I suoi
molteplici recettori è il “cervello del ginocchio”.
I meccanismi di rottura più frequenti avvengono con traumi distorsivi con il piede bloccato
a terra e rotazione del ginocchio
–Ok, un nostro paziente X, ha subito un trauma, quali sono a suo avviso i primi passi da fare (visita
clinica, esami strumentali, e falsi positivi)
Risp: se siamo fortunati di stare al momento del trauma a bordo campo possiamo assistere in diretta all’evento traumatico e poter visitare subito il paziente. A caldo, prima che si instaurano I processi di contrattura antelgica, può essere più chiara la diagnosi ( il Lachmann può essere subito positivo come il valgo e il varo stress)
Il consiglio è quello di portarlo subito ad un pronto soccorso per eseguire un esame rx che escluda fenomeni fratturativi al ginocchio (frattura delle spine tibiali, del piatto tibiale, della testa del perone o una frattura di Segond)
Si puo’ eseguire un artrocentesi dove la furiuscita di sangue può indirizzarci verso una rottura del LCA.
Immobilizzazione del ginocchio, ghiaccio, terapia antinfiammatoria e quindi appena possibile eseguire una RM per avere I primi dati radiografici delle problematiche a livello capsulo-legamentoso.
ATTENTI AD ESEGUIRE DIAGNOSI AFFRETTATE IN ACUTO!!!
–IN caso di rottura di un legamento crociato, va sempre operato chirurgicamente? quali valutazioni
vanno fatte tra lei ed il paziente?
Risp: no, assolutamente no.
Bisogna vedere chi hai difronte. Se è un giocatore professionista o agonista di alto livello il mio approccio e molto più aggressivo. Se ha avuto un trauma, I tests sono positivi e la RM ci conferma la rottura del LCA indico subito un trattamento chirurgico: questi pazienti spesso non possono perdere tempo e il ginocchio non reggerebbe agli alti stress a cui viene sottoposto.
Agli altri pazienti spesso mi diverto a fare una domanda qualunque eta’ abbiano, sempre se presente un ginocchio instabile: Che vuoi fare da grande?
Se hanno un ginocchio instabile e vogliono continuare a svolgere attivita’ sportiva da contatto devono operarsi!
Se si avverte una instabilità anche nella vita quotidiana pongo indicazione chirurgica. Non pongo indicazioni chirurgiche a ginocchia stabili con risonanze positive a lesioni: ovvero non opero la Risonanza!!
Chiaramente il tutto in relazione all’età ed allo stato del ginocchio. Per età intend più età biologica che anagrafica!
Altra cosa importantissima è la motivazione del paziente! Non sottovalutare mai questo aspetto, si può andare incontro a grossi fallimenti!
–HA senso fare una preparazione pre chirurgica, magari una ventina di giorni, per preparare la
muscolatura, e ridurre l’edema?
In letteratura è ampiamente descritto che un crociato per non avere grosse complicanze o si opera entro la prima massimo seconda settimana o conviene aspettare più di sessanta giorni! Per me più che la muscolatura bisogna far freddare il ginocchio, ripristinare una articolazione complete e far guarire le lesioni periferiche che posssono essere presenti.
Dopo un intervento di ricostruzione del LCA si perde dal 70 all’ 80% della forza muscolare.
Non do grossa importanza al rinforzo muscolare pre operatorio ma al ripristino di un ginocchio “quasi” normale.
–Che tipo di tecniche conosce per ricostruire il legamento leso?
Ci sono diverse tecniche per la ricostruzione del LCA, e si possono utilizzare diversi trapianti dal tendine rotuleo, al semitendinoso e gracile, al tendine sintetico all’allograft ovvero il tendine da cadavere. Ci sono diverse tecniche descritte in letteratura per il posizionamento del neo legamento. La tecnica trans tibiale, l’antero mediale o anatomico, il doppio tunnel ( tecnica ormai abbandonata quasi da tutti ) ideata da Freddy Fu che cercava di ripristinare i due fasci antero mediale e postero laterale. Ogni tecnica cerca di riposizionare il neo- legamento nella posizione fisiologica ma nessuna tecnica oggi riesce a ripristinare una anatomia normale. Io utilizzo principalmente il tendine rotuleo e il semitendinoso e gracile con tecnica trans tibiale. Da quasi un anno utilizzo anche la tecnica antro-mediale ( anatomica)che dovrebbe restituire una migliore stabilità in torsione posizionando il tunnel femorale in una posizione molto bassa rispetto al condilo femorale laterale.Sembrera’ una banalità ma la tecnica migliore è quella che il chirurgo sa fare meglio!
–Ci spieghi in cosa consistono, come si eseguono, e soprattutto cosa influenza la sua scelta
chirurgica
La mia scelta chirurgica è influenzata innanzitutto dalla instabilità del ginocchio. Se il
ginocchio è instabile anche nella vita quotidiana pongo indicazione chirurgica anche a
svolge una vita sedentaria, a chi ha una instabilità nella vita sportiva pongo indicazione a
seconda della volontà che il paziente ha di continuare la sua attività.
Per gli sportivi agonisti/ professionisti pongo a tutti indicazione chirurgica quando
chiaramente ci sono i presupposti per un crociato rotto.
–Per noi fisioterapisti, cosa cambia riabilitativamente?
Io penso che sia noi chirurghi che voi fisioterapisti dobbiamo affrontare con la stessa
determinazione sia il professionista che l’amatore che il sedentario.
È chiaro che il professionista potrà dedicare più tempo alla riabilitazione con risultati più
rapidi.
–LEi ha un suo protocollo post chirurgico?
Assolutamente sì che tiene conto sia del processo muscolo tendineo che della maturazione
del neo legamento all’interno dell’articolazione
–Ci spieghi in cosa consiste,e sopratutto l’importanza di attenersi senza forzare i tempi al protocollo
Il neo legamento va incontro a fenomeni di sinovializzazione e legamentizzazione all’interno
del ginocchio con continue trasformazioni cellulari.
Nella prima fase vi è un periodo di ipovascolarizzazione e necrosi cellulare che favorisce
poi il rilascio di fattori di crescita che servono alla trasformazione del tendine in legamento.
Questa fase di necrosi che dura fino,a due mesi determina una diminuzione della,resistenza
del neo legamento e in questa fase può essere molto vulnerabile.
Per questo bisogna sempre rispettare i tempi biologici di trasformazione.
–Almeno nella prima fase, lei prescrive elettromedicali? se si quali, e se no, perché?
Si flowave per l’edema e EVM per stimolare la muscolatura. La tecar solo peri articolare per
evitare di somministrare calore in regioni dove potrebbe esserci una infezione nascosta.
–Quanto dura il nostro intervento riabilitativo?
Dipende dal lavoro che svolge il soggetto.
Io penso che nelle giuste tempistiche ogni figura, chirurgo, fisioterapista e preparatore
devono essere presenti per tutto il cammino fino alla ripresa totale.
Quindi se devo quantizzare il lavoro direi dai 5 ai 7 mesi con il lavoro fondamentale nei
primi tre mesi
–Quali altre figure devono compartecipare al recupero di un atleta, o di una personalita’ che
normale che si è rotta il legamento sciando?
Reputo importante la presenza del fisioterapista e del preparatore atletico sempre con la
supervisione del chirurgo operatore. Lui deve coordinare i lavori!
–Quali sono le insidie maggiori a cui dobbiamo sempre fare attenzione?
Direi di non “correre” troppo per dimostrare di essere più bravi degli altri. Su uno che va
bene c’è sempre il rischio di creare problemi a tanti altri di tendiniti o rirotture.
Il crociato ha bisognò del suo tempo di maturazione.
–Ci dia qualche consiglio tecnico, diciamo qualche trucchetto..
non devo dare a voi fisioterapisti trucchi sul vostro lavoro. Quello che vi consiglio è di
creare sempre un gruppo di lavoro stabile e collaborativo,, una equipe che rema dalla
stessa parte. Solo quando il paziente si sente protetto lavora con fiducia ed entusiasmo e
quindi termina il suo percorso con un risultato eccellente
–Un ultima domanda, forse la più importante: lei crede nella riabilitazione? reputa fondamentale per
la guarigione di un paziente, uno stretto contatto tra ortopedico e fisioterapista?
Forse il mio passato sportivo con tanti acciacchi mi ha sempre avvicinato alla fisioterapia.
Io credo tantissimo nella fisioterapia ma sopratutto nella fisioterapia manuale. Bisogna
mettere le mani sul paziente e capire che solo le mani accelerano veramente il recupero.
Come ho già detto è fondamentale il continuo rapporto tra chirurgo e fisioterapista.
La ringrazio spero ci conceda un altra intervista al più presto.
David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.