Intervista a Marcello Bettuolo
Intervista a Marcello Bettuolo
Oggi, abbiamo avuto modo di fare una proficua chiacchierata con Marcello Bettuolo, docente del Fascia Motor & Control, oltre che docente di molti corsi di terapia Manuale. Una bella persona che con molto entusiasmo si approccia alla riabilitazione in un modo innovativo, mai banale, applicando il ragionamento clinico ad ogni intervento sul paziente
-Ciao Marcello, ben trovato, parlaci un po’ di te (dove lavori,da quanti anni svolgi la professione,quale è la tua formazione professionale):
Ciao David, intanto grazie per questa intervista, ne sono molto lusingato.
Inizierei a parlarti di me descrivendo il mio percorso di formazione:
ho terminato la scuola di Terapista della Riabilitazione nel 1996, già prima di finire avevo partecipato a della formazione extrascolastica riguardante la riflessologia connettivale e la relazione empatica con il paziente. Uscito da scuola ho sentito la forte necessità di aumentare il mio bagaglio terapeutico ed ho cominciato a seguire corsi di aggiornamento in vari ambiti: McKenzie, Mulligan, Cyriax, Terapia manuale integrata, ma allo stesso tempo incuriosito dalle discipline orientali ho partecipato ad un anno di Medicina Tradizionale Cinese e due anni di Shatsu.
Nel 2000 stavo trattando un paziente con grossi problemi lombari e molto instabile, al tempo non c’erano molti approcci per il trattamento di questo genere di problematica, proprio per approfondire questo aspetto ho iniziato il percorso di formazione in Kinetic Control, ho avuto la fortuna di seguire il percorso completo più volte fino a vedere il passaggio allo SMARTERehab (che mi ha illuminato sul ruolo dei percettori, riflessi primitivi ed il sistema sento motorio).
Illuminante è stato conoscere di persona David Butler in un corso sulla Neurodinamica e poi poterlo confrontare con il lavoro di Jan De Laere sulla Terapia Manuale Neurodinamica.
La lista sarebbe lunga, ma non posso dimenticare il piacere di aver visto insegnare la manipolazione fasciale da Luigi e Carla Stecco e quasi tutti i loro docenti.
Nel lavoro ho iniziato da subito come libero professionista e quest’anno festeggio 20 anni di carriera.
Nell’ultimo periodo sto vivendo una bellissima esperienza d’equipe nella riabilitazione dei Disordini Temporomandibolari collaborando con un grandissimo gnatologo, il Professor Redento Peretta.
-Non conosciamo la tua età,ma ad occhio e croce, sei passato tra due generazioni di Fisioterapisti: Quelli che nascono come massaggiatori , e quelli moderni che invece hanno tante frecce al loro arco per affrontare e risolvere molte patologie.
Raccontaci questo passaggio:
Non sono così vecchio, ho quarantadue anni e non ho vissuto questo passaggio tra generazioni, al tempo si parlava già di Terapia Manuale, Bienfait, Kaltenborn, Cyriax, Maitland….forse non c’era tutta l’offerta formativa che c’è al giorno d’oggi ma se si voleva crescere c’erano tutte le possibilità.
-Quando hai deciso di diventare un docente per il tuo metodo e cosa ti ha spinto a farlo?
Fin da quando ho finito la scuola ho sempre avuto il pallino della formazione e l’ambizione di poter arrivare ad insegnare, il primo step è stato quello di diventare responsabile della formazione all’interno di un grosso centro di fisioterapia, cominciando a tenere gli aggiornamenti ai colleghi sui corsi che andavo a seguire. A quel tempo avevamo formato un gruppo di condivisione sulla terapia manuale tra colleghi che seguivano Maitland, Kaltenborn ecc. cominciando ad organizzare corsi di Terapia Manuale integrata. Il salto è avvenuto attraverso una formazione sulla ricerca scientifica che ha aperto la mia conoscenza sugli articoli scientifici e tutte le informazioni preziose che derivavano dalla ricerca.
E’ stata una crescita progressiva che mi ha visto anche frequentare corsi sulla gestione dei gruppi e dei processi relazionali per imparare non solo ad insegnare contenuti ma anche a gestire l’apprendimento sfruttando l’energia e le risorse del gruppo.
I corsi di Terapia manuale integrata negli anni hanno cominciato ad assumere una propria caratteristica che li distanziava sempre più dai concetti originali ( ho sempre insegnato quello che facevo comunemente nella clinica), ma il grosso salto è avvenuto quando ho introdotto le tecniche fasciali e le tecniche di taping (altro capitolo interessante).
Prima ancora dell’arrivo del Kinesio tape in Italia avevo seguito dei corsi di Spiral Tape che mi avevano illuminato su un modo totalmente diverso di concepire il tape. La curiosità mi ha spinto ad approfondire il tutto anche con degli studi scientifici che sono stati argomenti di tesi universitaria e nei primi anni del 2000 ho tenuto il primo corso su un mio personale approccio: il Taping Facilitatorio Propriocettivo (TFP). Dopo un paio di corsi ho deciso di fermarmi per fare ulteriori approfondimenti visto l’arrivo del kinesiotape. Negli anni ho continuato con la ricerca bibliografica e clinica con studi biomeccanici che hanno portato negli ultimi anni alla pubblicazione di un articolo sul Journal of Bodywork di Leon Chaitow.
La ricerca sui principi di funzionamento del tape mi hanno avvicinato sempre più al mondo della fascia….ho conosciuto il lavoro di Stecco ( anche se seguivo i suoi articoli dal 95), ma ho sentito poi il bisogno di approfondire sempre più e di cercare tecniche meno dolorose. Grande scoperta da questo punto di vista è stata la Fisioscissione.
La fusione tra la mia esperienza nel campo del controllo motorio, del taping e degli approcci miofasciali si è trasformata naturalmente in un qualcosa di originale diventando il corso di “Approccio Miofasciale alle Disfunzioni del Controllo Motorio” e così è nato il FASCIA AND MOTOR CONTROL un approccio in continua espansione.
-Molti in Fisioterapia tendono a tenere per se, le proprie conoscenze e competenze..Tu invece no..ci spieghi il motivo?
Sono sempre stato un curioso ed un entusiasta, fin da quando ho iniziato a lavorare prestavo per primo i miei libri ai colleghi, facevo un sacco di domande, torturavo i colleghi osteopati e questa condivisione gratuita mi ha sempre aperto a nuove conoscenze: pensa che sono riuscito ad avere libri, dispense video ecc. che molte persone non avevano mai fatto vedere a nessuno e che custodivano molto gelosamente.
Perchè mi piace condividere? Perchè ogni volta che lo faccio imparo o ricevo sempre qualcosa in cambio…..sembra strano ma è proprio così.
-Cosa sono per te i triggers point?
Sono entrato in possesso dei libri di Travell and Simons nel lontano 1995, l’argomento mi ha affascinato da subito, personalmente però credo che spesso i Trigger point siano una conseguenza e non la causa primaria del problema….è proprio questo fattore che li rende difficili da trattare.
-In cosa ti differenzi rispetto ad altri approcci (più o meno tutte le metodiche danno dei risultati, la tua cosa offre di più rispetto ad altre?)
Non penso che il mio approccio al paziente sia meglio o peggio di altre proposte formative, ma sono sicuramente convinto che abbia una sua originalità e lo trovo perfetto per il mio modo di ragionare e lavorare… la valutazione ed il confronto credo sia più corretto chiederlo alle persone che frequentano i miei corsi…tu saresti molto adatto per esempio.
-Immaginiamo una giornata tipica di Marcello..Tratti tutti i tuoi pazienti con il tuo metodo, oppure integri altre metodiche o strumenti?
Quello che insegno ai corsi è la struttura didattica del mio approccio clinico, dunque la risposta è si, tratto i pazienti con il Fascia and Motor Control. Va sottolineato però che quello che faccio è in così continua evoluzione,varia e si migliora di anno in anno. Questo è il motivo per cui chi frequenta i miei corsi viene inserito poi in un gruppo facebook chiuso dove ha disponibilità di ricevere tutti gli aggiornamenti, video, casi clinici e supporto a distanza nella gestione dei pazienti.
-Il tuo studio è privo di macchinari (Se no, indicaci quali usi quotidianamente)
Non utilizzo più terapia fisica dal lontano 2002….gli unici miei strumenti sono le mani, i fisioscissori (ergonomici per le mani) , il tape ed infine il cervello.
-Il tuo campo di applicazione è esclusivamente ortopedico sul dolore, oppure ti occupi anche di riabilitazione?
Essendo il mio lavoro molto vario non riesco a seguire continuativamente (tutti i giorni della settimana) i pazienti, dunque ho escluso tutto il post operatorio e le riabilitazioni neuromotorie.
-Ma il “Fascia motor control”, è applicabile anche in campo neurologico? se si, in quali situazioni potrebbe essere di aiuto?
Come ho detto prima: insegno quello che faccio nella pratica clinica, dunque non ho avuto possibilità di utilizzare questo approccio nel paziente neurologico.
-Se tu avessi un figlio che si è appena laureato, come lo consiglieresti, per diventare un ottimo terapista?
Per prima cosa gli consiglierei di seguire un corso sulla ricerca scientifica, un corso di relazione terapeutica con il paziente ed infine quello che più lo ispira o lo incuriosisce maggiormente.
-Quali sono i corsi che andrebbero assolutamente svolti, e in quale ordine?
In parte ti ho risposto nella domanda precedente, per il resto dipende dall’ambito lavorativo in cui si opera.
David nel ringraziarti di questa intervista vorrei concludere con un piccolo approfondimento sul progetto FASCIA & MOTOR CONTROL,
esso è composto da 3 percorsi formativi:
1- Approccio Miofasciale alle disfunzioni del controllo Motorio: insegna a trattare il sistema miofasciale in modo delicato utilizzando test di movimento precisi per individuare le aree di trattamento, riducendo al minimo la palpazione.
In quest’ultimo anno l’approccio si sta rivoluzionando ancora dando sempre più importanza al trattamento del sistema profondo anteriore e posteriore, le tecniche di nuova generazione stanno sempre più evidenziando che non è sempre la fascia a controllare la disfunzione e che quello che al tatto può sembrare un problema fasciale in realtà nasconde una cattiva regolazione del sistema autonomo!!!!
2- Tecniche di Taping in Terapia Manuale – cosa differenzia questo approccio da altri?
Il lavoro di anni sul tape mi ha sempre più avvicinato all’idea che per prima cosa bisogna comprendere il reale funzionamento del kinesiology tape.
Durante il corso non si insegnano applicazioni standard per risolvere problematiche tipiche, bensì si insegna a capire quale funzione hanno realmente del diverse modalità di applicazione del tape, a quali test manuali corrispondono e come si deve eseguire una valutazione del paziente per costruire una corretta applicazione “su misura”.
Dunque in soli 3 giorni si impara a gestire in modo autonomo lo strumento TAPE.
Grande innovazione dell’ultimo anno è venuta dai nuovi materiali quali il Nylon ed la Seta che stanno rendendo ancora più potente questo strumento terapeutico
3- Approccio Neuro Muscolo Articolare ( NMA): sono 4 corsi monotematici (Rachide cervicale, spalla, Rachide Lombare, Ginocchio ed Arto inferiore) dove insegno ad integrare l’approccio fasciale con la terapia manuale, la neurodinamica e le tecniche di rieducazione ( aspetto che in parte suggerisco durante il corso fasciale). Questi quattro corsi sono l’evoluzione di quello che ho insegnato nella formazione sulla Terapia Manuale a più di 1800 corsisti.
Un sincero ringraziamento per questa opportunità di far conoscere aspetti che non ho mai raccontato.
Ti ringraziamo, Marcello, per la disponibilità, sperando che possa essere di aiuto questa chiacchierata
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.