Frattura Trochite | Cosa è, Fisioterapia e Riabilitazione
La Frattura del Trochite è probabilmente la frattura alla spalla più frequente, non è la più grave ma necessita di un inquadramento tempestivo, e sopratutto corretto per non incorrere in problematiche che possono creare problematiche successive.
Probabilmente non lo sai, ma ogni qual volta esegui un movimento con il braccio, una rotazione, metti in funzione i muscoli della cuffia dei rotatori, che sono un gruppo di muscoli molto potenti e fondamentali e parte di questi (sovraspinoso, sottospinoso e piccolo rotondo) si inseriscono proprio sul Trochite Omerale, ovvero una piccola sporgenza ossea che si trova anteriormente all’omero.
Indice:
- Anatomia
- Cause
- Come fare diagnosi di Frattura
- Diversi approcci: Approccio Conservativo oppure Approccio Chirurgico?
- Fisioterapia e Riabilitazione di una Frattura del Trochite
- Esercizi
- Terapia Fisica come supporto
- Tempi di recupero
- Sclerosi
- Conclusioni
Anatomia dell’omero : capiamo perchè il trochite è importante
L’omero è un osso lungo costituito da una diafisi (parte lunga) e provvisto di una epifisi prossimale (che si interfaccia con la scapola, creando la spalla) e una epifisi distale (che si interfaccia con ulna e radio creando l’articolazione del gomito).
L’epifisi prossimale, è provvista di una struttura semisferica che è chiamata testa dell’omero, e anteriormente alla testa troviamo due sporgenze: Il Trochite (chiamata anche Grande tuberosità), e il Trochine (piccola tuberosità). Queste due sporgenze creano una gola che ospita il passaggio del tendine del bicipite.
Il Trochite è la protuberanza più esterna, e quella più grande. Su di esso si inseriscono i tendini del muscolo Sovraspinoso, Sottospinoso e Piccolo rotondo, che fanno parte dei muscoli della cuffia dei rotatori.
I traumi che possono Provocare una Frattura del Trochite
Il trochite può subire dei traumi più o meno gravi e li distinguiamo in:
- Traumi diretti
- Traumi Indiretti
Traumi diretti, sono traumatismi che colpiscono la spalla, nella zona anteriore, andando a colpire e creare danno direttamente sul trochite, provocando spessissimo fratture.
I traumi indiretti, sono invece traumi spesso da caduta con gomito flesso, in cui abbiamo comunque una frattura, ma il distaccamento del trochite avviene per strappo da parte dei muscoli della cuffia dei rotatori che letteralmente grazie alla loro forza strappano una piccola parte dell’osso determinando di fatto la frattura, e allontanando i capi ossei.
Quando abbiamo un trauma diretto è molto probabile che si noterà un impronta sull’osso, come una incrinatura, perchè appunto l’osso è stato colpito direttamente. Nel trauma indiretto invece, avremo un probabile distacco o comunque una rima di frattura che può essere più o meno lontana.
Come si diagnostica una Frattura
Come abbiamo visto un trauma diretto o indiretto provoca immediatamente dolore alla spalla, e limitazione del movimento. Il primo esame che è consigliabile eseguire è sempre una normale Radiografia Rx alla spalla che metterà in evidenza l’integrità del trochite e dell’omero. Già dalla lastra si noterà se presente scomposizione, oppure il frammento osseo è in sede, e guiderà il medico ortopedico nella scelta dell’approccio conservativo o chirurgico.
Eventualmente, alcuni medici consigliano e prescrivono degli esami come la risonanza magnetica per valutare presenza di versamento, edema, e sopratutto studiare l’integrità dei tendini della cuffia dei rotatori.
Raramente si prescrive la Tac. Talvolta in attesa di una diagnosi certa qualcuno esegue una Ecografia, ma tale esame è assolutamente operatore dipendente, e poco chiaro per valutare l’integrità dell’osso piuttosto che la presenza di lesione tendinea.
Frattura del trochite : Quando operare e quando invece optare per un approccio conservativo
Chiaramente l’approccio e la cura di una frattura dipende dalla scelta e dalla strategia del medico chirurgo Ortopedico, che deve considerare:
- Età del paziente
- Tipologia di frattura (se c’è distanziamento dei capi articolari)
- Qualità dell’osso
- Presenza di ulteriori patologie o traumi (chiaramente, in presenza di altre fratture magari più gravi, si da precedenza a queste piuttosto che alla frattura del trochite ad esempio)
Il medico quindi ha due strade per curare la Frattura:
- Approccio Conservativo
- Approccio Chirurgico
L’approccio conservativo è un approccio che prevede un sistema di contenimento del braccio in posizione neutra e fisiologica con gomito flesso, e braccio addotto al tronco. E’ una scelta che in passato prevedeva una tipologia di Fasciatura chiamata Fasciatura Desault.
Oggi fortunatamente si opta sempre più per il contenimento mediante un tutore per la spalla che simula la fasciatura, ma permette di essere meno fastidioso, e sopratutto meno problematico per magari una doccia, o per rinfrescarsi durante i mesi estivi.
L’approccio chirurgico alla frattura è un approccio utilizzato sostanzialmente per stabilizzare la frattura ed evitare che si scomponga per una ulteriore trazione dei muscoli della cuffia che possono trazionare il piccolo pezzettino di osso. Tale approccio è utilizzato anche per velocizzare il recupero in quanto chiaramente si può iniziare quasi immediatamente la riabilitazione e la Fisioterapia, in quanto la frattura dovrebbe essere messa in Sicurezza.
Il chirurgo utilizzerà delle viti o eventualmente altri mezzi di sintesi in base all’occorrenza.
Fisioterapia e Riabilitazione del Trochite
La Riabilitazione e la Fisioterapia in questo tipo di Frattura sono fondamentali, e il loro inizio dipende moltissimo dalla scelta del medico ortopedico.
Nel caso di un approccio alla frattura NON chirurgica, ci troveremo a iniziare la fisioterapia immediatamente dopo che il medico ha accertato che la frattura è guarita e ha rimosso il contenimento (tutore o fasciatura Desault). In questo caso, una volta rimosso il contenimento si noterà un ipotonotrofismo della muscolatura della spalla, e una diminuzione del range del movimento in quanto le strutture capsulari (legamenti sopratutto) e le strutture muscolari oltre a perdere tono, hanno perso anche elasticità e lunghezza.
Nel caso di un approccio alla frattura Chirurgica, la fisioterapia potrà iniziare già dopo qualche giorno, e compito del fisioterapista sarà prevenire gli accorciamenti muscolari e capsulari, andando a mobilizzare l’articolazione. Nelle prime settimane lavorando sopratutto sulla flesso estensione della spalla, e solo dopo alcune settimane lavorando sulle rotazioni in quando come abbiamo visto potremmo eccessivamente stimolare la sede della frattura che è tenuta insieme esclusivamente dalla presenza del mezzo di sintesi.
Gli esercizi di mobilità della spalla inizieranno non appena saremo certi della consolidazione della Frattura. Potranno essere eseguiti in prima fase grazie ad un semplice bastone per aiutare il movimento ancora deficitario in tutte le direzioni.
Una volta recuperata l’articolarità della spalla, ovvero il range di movimento corretto, si dovrà iniziare il prima possibile un percorso con esercizi volti al recupero del tono muscolare.
Esercizi per la Frattura del trochite
Chiaramente avendo spiegato l’importanza della cuffia dei rotatori che si inserisce proprio sul trochite, dovremo rinforzare questi muscoli con un piano di recupero il più possibile efficace per permettere un movimento corretto della spalla sui piani di movimento.
Questi sono solo alcuni degli esercizi che consigliamo:
L’esercizio di pendolo di Codman come aiuto importante:
In tutte le riabilitazioni della spalla, e maggiormente in questa, utilizziamo l’esercizio Pendolare di condman che ha il compito di decoattare l’articolazione e favorire un recupero dell’articolarità della spalla.
ecco un video che mostra come eseguire questo esercizio:
La terapia fisica come supporto nella Fisioterapia dopo frattura del Trochite
In un contesto riabilitativo, la terapia fisica rappresenta un aiuto importantissimo, in base alla nostra esperienza nella riabilitazione della frattura del trochite omerale.
Alcune persone possono pensare che sia una perdita di tempo, ma invece se si conoscono i principi e gli obiettivi di ogni singola terapia viene da se, che una terapia fisica possa essere di grande aiuto per la gestione del dolore, la diminuzione del processo infiammatorio, e infine un aiuto per facilitare il recupero del range articolare.
Nella prima fase, quella della mobilizzazione, si utilizza spesso la Tecarterapia, prima della mobilizzazione per preparare i tessuti allo stretching caspulare, e favorire con l’aiuto del calore la mobilizzazione della spalla.
Chiaramente i tendini della cuffia durante il trauma possono rimanere danneggiati, e un trattamento basato su laserterapia ad alta potenza per la spalla che aiuterà a ridurre il processo infiammatorio localmente nell’area della frattura dove appunto i tendini della cuffia dei rotatori si inserisce.
Può essere di aiuto per la calcificazione magari un pò deficitaria stimolare l’osso mediante Onde d’urto alla spalla, ultrasuoni e Campi magnetici Cemp.
Quanto tempo ci può volere per guarire da una Frattura del trochite?
Spesso sento questa domanda, e la risposta può dipendere da davvero moltissimi fattori. Normalmente, in una persona sana, non fumatrice, può essere necessario un periodo di immobilizzazione di almeno 3-4 settimane, e circa un mese per la riabilitazione completa.
Purtroppo come visto in un altro video, ci sono molti fattori che possono interessare e ritardare un recupero. Non ultimo chiaramente anche la decisione di un approccio chirurgico piuttosto che un approccio Conservativo.
Sclerosi Trochite omerale è una frattura?
Assolutamente no, è un addensamento che si nota durante una radiografia che può essere causato da una entesite, ovvero un processo infiammatorio proprio in sede inserzionale di uno dei tendini della cuffia dei rotatori. Talvolta come in tutte le tipologie di fratture, anche in questa, può verificarsi un eccesso di callo osseo, che può essere erroneamente segnalato durante un referto di una lastra ad esempio.
Conclusioni
Questo tipo di frattura è davvero molto importante, e la sua gestione deve essere molto attenta sopratutto da parte del medico ortopedico, in quanto un errore può comportare danni e dolori successivi.
Spesso alcune persone erroneamente, tolto il contenimento gessato non eseguono la fisioterapia creando il supporto per la creazione di problemi di movimento, discinesie scapolo omerali e un substrato per infiammazioni ai muscoli della spalla.
Riferimenti:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16506205/
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.