Cicatrice Ipertrofica | Cosa è e come migliorare l’aspetto
La cicatrice ipertrofica è per definizione l’esito di un processo cicatriziale anomalo che si presenta come uno strato di pelle ipersviluppato rispetto al tessuto circostante.
Nel linguaggio medico la cicatrice ipertrofica viene chiamata più propriamente Cheloide.
In questo articolo parleremo di:
Come si presenta una cicatrice ipertrofica
Una cicatrice ipertrofica si presenta tale dopo alcuni mesi dal taglio cutaneo, ovvero quando il processo riparativo si è concluso completamente. Non tutte le cicatrici evolvono in ipertrofia, ma è molto probabile che chi ha già un cheloide, ne sviluppi altri nei casi successivi.
In fase iniziale la cicatrice è generalmente identica alle altre, forse un pò più arrossata, ma la creazione di tessuto in abbondanza avviene successivamente. Probabilmente parliamo di una reazione anticorpale, alla lesione cutanea, che attacca il nuovo tessuto cicatriziale, e infiammando la zona, indice il corpo a produrre altro tessuto in eccedenza, rispetto al tessuto necessario. Dal punto di vista visivo si riscontra frequentemente una alterazione rossa, dura e gonfia, che può essere associata a prurito, o cmq disturbi di natura sensitiva.
Avere un Cheloide è probabilmente un serio problema estetico se tale esito di cicatrice è posizionato su una zona del corpo scoperta. Risulta essere un serio problema nella medicina estetica, ma anche nella medicina ortopedica e in altre branche che analizzeremo successivamente.
Come curare una Cicatrice ipertrofica
La cura per una cicatrice dovrebbe avvenire fin dall’inizio, nella gestione post chirurgica o traumatica, cercando di evitare complicazioni come infezioni, o problematiche legate ai lembi che devono essere ben accostati e ben tenuti in posizione da punti o altri supporti come colla oppure Steristrip.
Generalmente la corretta gestione di una cicatrice è affidata al chirurgo, che deve rimuovere i punti o i supporti, esclusivamente QUANDO LA CICATRICE È GUARITA. Ci tengo molto a sottolineare questo aspetto, in quanto spesso alla base di una cicatrice ipertrofica o un cheloide, c’è una mala gestione iniziale, legata a tempi troppo accorciati, oppure non rispettosi dei tempi fisiologici di guarigione a volte per esigenze di reparto, o personali…
Una volta che sono stati rimossi i punti, generalmente si assiste alla formazione di una linea rossa di cute nuova, che in certi casi sembra essere violacea. È questa la fase più importante, ovvero la FASE INFIAMMATORIA, una condizione in cui il corpo deve prendere coscienza con un nuovo lembo di pelle, portare maggior apporto di sostanze nutritive per favorirne la guarigione, eliminare le sostanze tossiche. IN questa fase trattare la cicatrice direttamente mediante terapia fisica come la Laserterapia o gli Ultrasuoni aiuta moltissimo a limitare l’infiammazione, e quindi limitare la risposta del corpo nell’apposizione di fibre collagene per riparare il danno.
Chi ha avuto già esperienza di altre cicatrici ipertrofiche, in passato, dovrebbe di prassi rivolgersi ad un fisioterapista per eseguire questi trattamenti immediati, e ridurre la possibilità di avere un nuovo cheloide.
Cure naturali e Farmacologiche per la Cicatrice Cheloide
In una fase iniziale può essere utile affiancare la terapia fisica Fisioterapica con delle creme e degli unguenti, applicandoli più volte al giorno.
La prima cura naturale per una cicatrice è sicuramente il ghiaccio che applicato almeno 3 volte al giorno subito dopo la rimozione dei punti, può aiutare a contenere i sintomi dolorosi, e ridurre l’infiammazione.
Il rimedio naturale per eccellenza che preferisco consigliare è certamente l’aloe vera, tale pianta molto comune ha delle grandi proprietà antinfiammatorie e sopratutto favorisce la cicatrizzazione. Inoltre l’aloe vera funge da modulatore del processo cicatriziale, e quindi fornisce un validissimo supporto nella gestione e formazione del tessuto cicatriziale. Può essere utilizzata in maniera naturale applicando il gel prelevandolo direttamente dalla pianta, frullandolo, e applicandolo per massimo 3 giorni.
In alternativa si può utilizzare un gel a base di Aloe Vera facilmente acquistabile da amazon, che ha ottimi effetti a fronte di una spesa minima e meno sbattimenti per realizzare un gel fatto in casa.
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Rimedi Cicatrice ipertrofica
Nella mia pratica clinica quotidiana sempre più spesso mi trovo a dover trattare una cicatrice dura, gonfia ipertrofica, esito quindi di un processo cicatriziale non perfetto, con sintomi non solo estetici, ma anche dolore che può non solo essere locale ma anche a distanza, oltre a disturbi di natura vascolare, oppure limitazioni di movimento.
La cicatrice per definizione è un taglio, non solo sulla pelle, ma anche nel tessuto connettivo sottostante, e di fatto va a ledere quindi la Fascia connettiva, strutture vascolari, linfatiche. Poco importa se parliamo di una cicatrice di pochi centimetri, rispetto a cicatrici molto grandi. Ricordiamo che Ogni Cicatrice può diventare disfunzionale, nell’immediato, oppure a distanza anche di anni.
Ancora oggi chirurgicamente, si pensa a “Richiudere” una ferita, badando magari all’aspetto estetico, e poco ai piani sottostanti, determinando fenomeni di Aderenze, e problematiche interne anche gravi, che se non trattate correttamente possono essere la causa per cui da un determinato dolore non si guarisce.
LE connessioni Fasciali, seguono schemi a volte inaspettati, e io stesso a volte mi stupisco di come una cicatrice lontanissima dalla sede del dolore del paziente possa influenzare negativamente la sintomatologia, tanto da determinare un dolore così forte e restio a guarire.
I rimedi che Utilizziamo sono molteplici e sono volti a lavorare su due fronti:
- Scollare la cicatrice
- Compattare il tessuto
- Integrarlo con il tessuto circostante
Scollare la Cicatrice
PEr prima cosa si procede ad una ispezione del tessuto cicatriziale, mediante una osservazione attenta, valutando colorito, calore, e aspetto esterno. Poi si valuta il tessuto mediante palapazione e mobilizzazione sui vari piani, alla ricerca di retrazioni e difficoltà di scorrimento. Generalmente si noterà che la cicatrice sembra adesa al tessuto sottostante, per cui l’utilizzo di Cupping, risulta essere il trattamento più indicato per sollevare gradualmente il tessuto dallo strato sottostante.
Possono volerci varie sedute prima di riuscire a scollare la cicatrice, ma generalmente si riesce in tale pratica. In questa pratica può essere utile anche l’uso di piccoli aghi da agopuntura, che possono esercitare un effetto meccanico sulla cicatrice andando a scollare il tessuto fibrotico direttamente in loco in maniera diretta.
IN alternativa il lavoro manuale è comunque valido, e prevede dei movimenti direttamente sul tessuto in tutte le direzioni. È certamente più lento il risultato, ma è comunque valido.
Oggi per fortuna sia dei pazienti che del Fisioterapista, esistono degli strumenti come Il DA.Ma chiamati Iastm, ovvero strumenti per la terapia manuale che grazie a forme particolari e alla bravura del fisioterapista riescono a scollare il tessuto e sopratutto a mobilizzarlo in maniera egregia, senza provocare dolore nel PAziente.
Certamente non esiste un Gold standard, nel trattamento di una cicatrice, e solo l’espeirenza dell’operatore, oltre agli strumenti a disposizione, può davvero fare la differenza, e unire le varie tecniche per raggiungere il risultato finale.
Compattare il tessuto
Una volta scollata una cicatrice ipertrofica, sarà cura del fisioterapista compattare il tessuto, e far guarire il “Trauma” provocato dalle manovre sul tessuto, in maniera da non far formare altre aderenze. Generalmente si eseguono trattamenti di questo tipo 1 o 2 volte a settimana, e può essere utile rivolgere l’attenzione al tessuto circostante mediante mobilizzazione connettiva con cupping, e favorendo il processo infiammatorio provocato dalle manovre mediante terapia fisica come LAser ad alta potenza, e ultrasuoni che aiutano a sfiammare la cicatrice scollata.
Integrazione con il tessuto circostante
Una volta scollata la cicatrice sarà importante integrarla con il resto della fascia mediante tecniche che siano in grado sia di “Ingananre” il sistema nervoso circa la presenza della cicatrice (uso del taping kinesiologico specifico per le cicatrici), sia mediante tecniche di mobilizazione fasciale a distanza in grado di liberare la fascia lungo tutto il suo decorso e quindi favorendo di fatto una integrazione completa del tessuto con il resto del sistema.
Tecniche Chirurgiche
Il mondo medico chirurgico è probabilmente più pratico rispetto al mondo fisioterapico, e le problematiche spesso vengono affrontate in maniera diretta, piuttosto che tentare vie magari lente. Sempre più spesso vedo proporre ai pazienti di risottoporre la cicatrice ad una pulizia, e quindi ad una rimozione del keloide mediante nuovo intervento chirurgico. Purtroppo però se ci riflettiamo bene, tale via, se non gestita in maniera diversa rispetto alla prima volta, porterà quasi inevitabilmente alla formazione di un nuovo keloide, e quindi ad un nuovo calvario per il paziente.
Mi sento quindi di sconsigliare tale approccio, come prima soluzione, ma lasciarlo come ultima ratio, qualora gli altri trattamenti non hanno sortito gli effetti desiderati.
Conclusioni
La cura e la gestione delle cicatrici è un aspetto molto discusso nel mondo fisioterapico, e io stesso rimango stupito quando mi imbatto in cicatrici disfunzionali, tali da provocare dolori e danni anche a distanza di anni, o in zone del corpo molto lontane dalla sede del dolore.
Di Fatto il Trattamento va eseguito da personale qualificato che ha a disposizione tutti gli strumenti necessari e riesce ad eseguire tutti le manovre in maniera incisiva e nel momento corretto
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.