Intervista a Erik Gandino – Strain Counterstrain
Ciao Erik, è un piacere scambiare quattro chiacchiere con te, e poterti intervistare! So che non sempre concedi interviste, e me ne compiaccio. Sei un collega molto attivo su facebook, rispondi e interagisci con colleghi sia tuoi ex corsisti che colleghi nel nostro gruppo Fisioterapia… Spesso nascono discussioni in cui colleghi chiedono informazioni sul metodo Strain e Counterstrain per cui eccoci qui oggi a Parlare di te, del tuo modo di interpretare la riabilitazione e dei progetti futuri, oltre che della formazione che insegni in Italia da alcuni anni.
Sei un collega non più giovanissimo, ma ormai sei nell’età della maturità…Mi piacerebbe conoscere qualcosa di te, della tua formazione, delle tue esperienze, e come hai conosciuto il metodo americano Strain e Counterstrain…
Probabilmente sei stato un innovatore, riuscendo a vedere in anticipo le potenzialità di una tecnica, molto prima che si parlasse di Osteopatia in Italia. Oltretutto diplomarsi negli USA sarà stato molto dispendioso dal punto di vista economico, e anche logistico, per poterti recare li ogni volta!! Complimenti! Come hai affrontato il tuo percorso?
Buongiorno David,
Ringrazio anticipatamente chi vorrà dedicare un po’ del suo tempo ad interessarsi a questo approccio.
Non so se definirmi innovatore o meno, sicuramente quando mi sono laureato io, l’osteopatia in Italia era cosa rara, mentre in USA dove ho eseguito i miei studi, l’osteopatia è facoltà medico-chirurgica ed è ben strutturata da oltre 100 anni. Il mio intento primario era rimanere in USA e fare il medico osteopata li. Poi per una serie di situazione sono rientrato in Italia. La tecnica ha una potenzialità intrinseca tale che non poteva che esplodere in popolarità come è stato in America; bisognava forse solo farla conoscere nel modo corretto. Per questo intendo un professionista che si fosse realmente formato sul campo e soprattutto alla fonte originaria della metodica, e non come molti fanno oggi giorno leggendo un libro e poi professandosi docenti. Io mi sono ritrovato inaspettatamente ad essere quella persona; ma inizialmente senza nessuna velleità di insegnarla.
Si hai proprio ragione, ho sempre creduto molto nel valore della formazione ed ho utilizzato tutte le risorse economiche che avevo a disposizione, con rate scolastiche che sono andate avanti anni dopo il mio diploma. Tra università in America, specializzazione post universitaria ed ulteriore ultra specialistica ho speso oltre 200 mila dollari per formarmi!!
Diciamo che non sempre mi recavo li ogni volta, poiché ho praticamente quasi abitato li per circa 3 anni, però si, sovente andavo su ad aggiornarmi ulteriormente. Penso che: “Se c’è un reale desiderio, si trova sempre una via”, indipendentemente dalle risorse e dal costo.
Diciamo che ti trovi a metà tra i “Vecchi terapisti” con le mani sempre piene di olio, e quelli moderni, che grazie a poche manovre, fatte al momento giusto, nella sede giusta, riescono a dare reale valore al paziente. Ci puoi parlare di questo aspetto, e di come ti poni nei confronti della vecchia “Fisioterapia” fatta di ionoforesi, ultrasuoni, e massaggi?
Non penso di collocarmi esattamente tra i vecchi ed i nuovi terapisti; io ho una formazione medica, quindi il mio iter è sempre stato quello clinico. Arricchito dall’applicabilità manuale osteopatica, che verte su concetti che qui sono considerati moderni, poiché in Italia dal punto di vista manuale siamo rimasti indietro per anni. Ora anche l’Italia si sta evolvendo, mantenendo però al contempo un corretto bagaglio di conoscenze degli elettromedicali che se ben utilizzati possono avere sicuramente una utilità terapeutica.
Oltre ad un medico, sei anche un osteopata, e insegni questa metodica Americana, e mi chiedevo perché hai deciso anni fa di intraprendere anche la carriera di docente, piuttosto che tenere per te, i concetti che insegni ai tuoi corsi?
Inizialmente ho fatto assistenza per diversi anni ai docenti americani. Il mio scopo era perfezionare la mia formazione e basta; poi dopo ho seguito la mia ispirazione e la vena oratoria. Dopo diversi corsi specifici che l’istituto americano richiedeva, per poter imparare ad insegnare sono stato fatto docente. Prima in prova e poi ufficiale, iniziando la mia carriera di insegnamento inizialmente sul suolo statunitense e poi su quello europeo, intendo: Francia, Inghilterra, Olanda, Belgio etc. Solo nel 2010 è iniziata l’avventura Italiana, quando l’Istituto americano ha deciso, viste le crescenti richieste, di istituire un istituto Europeo, dove io sono stato nominato presidente. Come dicevo pocanzi, ho sempre creduto molto nella formazione, e questo non deve valere solo per me. Tenere le conoscenze solo per noi stessi, non aiuta gli altri e non aiuta la medicina a crescere. Non ho mai temuto che qualcuno mi portasse via il lavoro, anzi, penso che: se tutti avessero un ottimo livello di formazione, da lì si potrebbe evolvere molto. Poiché ognuno otterrebbe grandi successi non ci sarebbe la paura che i pazienti vengano rubati da uno o da un altro. Spero che in futuro ci saranno sempre più operatori Counterstrain, tanto io rimarrò sempre il primo in Europa, quindi non ho mai visto nessun problema in merito. Inoltre, e ciò vale di più, solo io so i mille sacrifici, la passione, il tempo e la dedizione che metto nel mio lavoro; e so che non tutti investono cotanta energia. Sono quindi certo, che questo ripaga sempre, almeno questo vale ed è sempre valso per me. Ulteriormente, ho la fortuna di avere dalla mia parte uno strumento che funziona aldilà di ogni ragionevole dubbio e funziona aldilà della possibile bravura dell’operatore; quindi io posso essere bravo quanto si vuole, ma è ciò che insegno che è migliore di me.
Il Percorso da te proposto è molto variegato, e prevede molti seminari, distribuiti in circa due anni di formazione. Ci puoi spiegare in cosa consiste e come si articola la tua formazione?
Il nostro è un vero e proprio percorso scuola specialistico post laurea, in Counterstrain. Tra l’altro siamo orgogliosi che è il primo percorso scuola al mondo, infatti nei continenti dove è presente la Jones Institute (fondatrice appunto del metodo Jones Strain Counterstrain ®) che ad oggi sono: Stati Uniti, Australia ed Europa, solo noi in Europa offriamo un percorso così ricco e completo. La sede madre in USA sta valutando la possibilità di aprire un percorso scuola anche li.
La formazione si articola in un primo modulo che si chiama SCS I ed è fruibile anche al di fuori del percorso scuola, esso tratta la valutazione e l’aggiustamento di oltre 95 disfunzioni rachidee. Questo è il modulo più importante in tutta la formazione Jones, poiché da un lato il rachide è l’area di cui maggiormente si soffre a livello muscolo-scheletrico, dall’altro l’operatore viene catapultato in una realtà completamente nuova, dove si apprendono già in questo corso oltre 5 valutazione diagnostiche fondamentali per poter inquadrare in modo: logico, tangibile ed oggettivabile il paziente, oltre ad una metodica che come dicevo: “funziona indipendentemente dall’operatore”; poiché essa va proprio al nocciolo della disfunzione. Con i moduli successivi si entra sempre più in profondità dal punto di vista Muscolo-scheletrico e non solo. Infatti i moduli successivi prevedono: lo studio della pelvi e le sue disfunzioni che sono oltre 75, poi si passa ai moduli sull’arto superiore, poi inferiore, al Cranio, etc il tutto coadiuvato con corsi specifici di Anatomia Palpatoria settoriale per le zone trattate, questo via via fino all’ultimo è più importante modulo, il Clinical che si affronta dopo due anni. Qui si apprende la vera Osteopatia Americana, che ricordiamo è formazione medica in USA. Quindi in questo ultimo e fondamentale corso non si può prescindere dall’apprende come si guida una corretta anamnesi clinica, si impara ad effettuare una valutazione semeiotica ed un Esame Obiettivo anche dell’apparato Cardiaco, Respiratoria e Viscero Addominale. Soprattutto si impara da dove deriva la malattia umana, che sempre manifesta i suoi sintomi sul corpo, ma spesso è erroneamente considerata solo d’origine muscolo-scheletrica. In poche parole gli studenti apprendono perché l’essere umano si ammala e saranno in grado di comprendere l’origine della malattia a tutti i livelli. A questo punto sono in grado di agire su molti di questi aspetti e sugli altri di comprenderli ed indirizzarli allo specialista di competenza. Senza, come spesso avviene, provare inutili terapie, a volte anche dannose, poiché non si è compreso il vero quadro di base. Dopo che il candidato sostiene un esame molto impegnativo, ottiene una certificazione Europa, ma soprattutto Americana, che lo abilita (se figura sanitaria riconosciuta) a lavorare anche negli Stati Uniti con altissimi standard di qualità e remunerazione. Inoltre dopo la formazione Muscolo-scheletrica i diplomati che lo desiderano possono accede alla ultra specialistica in Counterstrain Avanzato, con moduli specifici sui vari sistemi patologici del corpo.
Ovviamente invito tutti a visitare la pagina dedicata alla formazione Scuola sul nostro sito: (www.jiscs.eu) per approfondire in modo più dettagliato ogni modulo della formazione.
Essendo una tecnica osteopatica, mi chiedo, che differenze ci sono con le altre tecniche insegnate nei vari corsi, di cui spesso si parla.
La nostra formazione è completamente diversa, noi non insegniamo l’osteopatia Italiana o Europea, che spesso è basata su concetti non molto standardizzati e spesso poco scientifici. Noi insegniamo in due anni una sola metodica, ecco perché scegliamo già un’audience di laureati. Insegniamo una metodica realmente osteopatica, poiché nasce nel suolo che ne ha dato le origini. Il vantaggio è, che la nostra tecnica è l’unica metodica osteopatica al mondo ad essere applicabile su tutti i distretti corporei: Muscolo-scheletrico, Viscerale, Craniale, Vascolare, Fasciale, etc. Proprio perché la nostra tecnica è completamente neurologica e tutto il corpo è neurologicamente innervato. Il sistema Nervoso Centrale e Periferico viene sempre perturbato in qualsiasi problematica e patologia umana. Questa metodica rispetto alle altre metodiche Americane che ricordiamo sono tutte neurologiche, è quella che però riesce ad influenzare e modificare in modo più significativo il Sistema Nervoso, e per questo ottenere risultati più profondi su tutti i sistemi in modo immediato e duraturo. Intendo che si riesce realmente a resettare e ripristinare completamente e contemporaneamente non solo il miotomo, ma anche il nuerotomo, vasotomo, ostetomo etc, etc.. Quindi non è meglio delle altre tecniche osteopatiche manuali americane, è solo quella che dialoga meglio con il sistema.
Ma ora che l’osteopatia ha avuto il suo riconoscimento definitivo, come vi porrete? Chi frequenta il vostro corso potrebbe ottenere la certificazione di osteopata?
Non ho idea di come sarà la realtà italiana, ma una cosa è certa: “Noi continueremo ad insegnare solo a laureati!” Non ci interessa fare numeri e formazione a chiunque, la nostra formazione necessita di base già una conoscenza clinica sanitaria. La nostra è, e sarà sempre una formazione specialistica, post universitaria, in medicina manuale osteopatica Americana, non un corso di Osteopatia generico.
Immaginiamo una giornata tipica di Erik, presso il tuo studio, hai imparato ad usare anche elettromedicali, oppure hai sempre l’orticaria, quando ti avvicini a questi strumenti?
Il nostro è un centro grande di oltre 300 metri quadri con 7 ambulatori più una palestra, vi sono all’attivo oltre 12 operatori al suo interno, quindi noi non siamo degli assolutisti. Certo i pazienti vengono valutati e trattati tutti sempre con il Counterstrain, poiché questo è attualmente, e posso dirlo con certezza l’impulso manuale più profondo che si possa dare al Sistema Nervoso umano. Quindi i nostri pazienti vengono in gergo Counterstrain: “puliti” a livello neurologico, e dopo si stabilisce se necessitano di altro, oppure no. Il più delle volte non necessitano di nessun’altro stimolo manuale o fisico, ma altre volte possono aver bisogno di essere inquadrati sotto altri aspetti clinici; tra cui perché no, anche degli elettromedicali (tecarterapia, laser, ecc ecc). Elettromedicali che noi in studio possediamo su vasta scala. Quindi, la dove riteniamo utile, abbiamo un fisioterapista che si occupa principalmente di questo. Io personalmente non ho l’orticaria nei confronti di nulla, penso solo che spesso molti operatori non sappiano determinare il problema e lavorare, ed usino tutto senza un razionale logico. Penso che quasi ogni metodica manuale, fisica, farmacologica abbia una sua realtà di esistere, la difficoltà e la bravura sta nel comprendere quando uno stimolo è utile e quando non lo è. In questo la nostra tecnica è nuovamente fondamentale, per darci una risposta e quindi fornirci una eventuale diagnosi differenziale.
Se tu avessi un figlio che ha deciso di intraprendere la carriera del proprio padre, come lo consiglieresti, per diventare un ottimo terapista? Che tipo di percorso gli consiglieresti di intraprendere?
Attualmente non ho figli, anche se considero realmente tutti i miei studenti più giovani un poco come dei figli; come io mi considero un poco un figlio del ormai caro ed amato Dr. Lawrence H. Jones. Se però un giorno avrò un figlio che volesse seguire le mie orme, sicuramente gli consiglieri come ho fatto io di seguire una formazione medico-chirurgica; poiché essa è il massimo livello di conoscenza possibile in quella medicina che chiamiamo scientifica. Successivamente di seguire formazioni monotematiche, (che è anche ciò che consiglio ai giovani fisioterapisti) e non scuole di formazione che ti dovrebbero preparare su tutto ma poi alla fine non ti preparano su niente. Una volta in possesso di un titolo universitario, di seguire corsi specifici e possibilmente dai fondatori dei metodi stessi, per avere l’originalità del metodo e non uno scimmiottamento. Il mio consiglio profondo è di cercare di capire qual è il talento che ci grida da dentro e di seguirlo, costi quel che costi; poiché la vita ha senso solo se la si vive realizzando noi stessi, altrimenti non è veramente la nostra vita che abbiamo vissuto. Questo è ciò che ho imparato e scelto per me, ed è ciò che suggerisco ad altri, e quindi a maggior ragione consiglierei ad un figlio.
Secondo te come evolverà la fisioterapia nei prossimi anni e quali saranno le nuove frontiere, e le innovazioni?
Sicuramente la proposta formativa ormai è ampia, ma la rincorsa al business in tutti i campi sta riempiendo anche questa realtà di sempre più formazioni fasulle e di improvvisati. Questo a mio dire sta gettando e getterà confusione nella formazione, soprattutto dei giovani; quindi saranno importanti i consigli di altri operatori che avranno seguito alcune formazioni che riterranno realmente utili. Spero sinceramente che il mondo riabilitativo ad iniziare dalla figura fisiatrica, comprenda che molti dei dogmi sui quali la medicina si è fondata e si fonda, sono profondamente errati. Penso che la medicina manuale avrà sempre un impatto fondamentale nella clinica e nella pratica; ma sono anche molto fiducioso sugli strumenti avanzati di imaging. Lo sono invece molto meno sugli elettromedicali attuali. Penso e spero che in futuro gli elettromedicali si basino su principi di risonanza quantistica, poiché sarebbe la vera rigenerazione tissutale ed il vero stimolo per il ripristino omeostasico del corpo. Siamo però ancora assai lontani da questo, forse ci vorrà qualche decennio se non secolo per raggiungere ciò. Sicuramente il campo per i fisioterapisti e assai più ampio che in passato e permette loro realmente di scegliere indirizzi molto diversi e specialistici proprio come è per i colleghi medici.
Hai dei progetti futuri di cui hai magari voglia di parlarci?
Ci sono diversi progetti in cantiere, molto interessanti, ma io sono un tipo concreto, amo parlare solo coi fatti, quindi per questo dovrete attendere .
Ti ringrazio Erik per la tua disponibilità, e soprattutto per le risposte che hai deciso di darci per farti conoscere meglio
Ringrazio voi per l’interessamento in questa spicchio di Osteopatia Americana.
David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.