Contusioni muscolari | Il punto di Vista del Fisioterapista
LE contusioni muscolari sono spesso trascurate o diagnosticate male rappresentano uno buona parte della traumatologia sportiva, in questo post verranno spiegati ,gli interventi del Fisioterapista ,immaginando la mancata presenza di un medico , in sostanza il post è rivolto a tutti quei colleghi che lavorano senza medico a bordo campo o in studio.
Sono interventi EPM come la maggior parte del lavoro del fisioterapista sportivo.
Negli sport da contatto (boxe, muai thai, mma, ecc ecc) le contusioni muscolari sono frequenti . Una delle zone più colpite è la muscolatura degli arti inferiori sopratutto il tensore della fascia lata , questo per una questione di istinto di protezione in previsione dello scontro l’atleta tende a porgere il fianco ,si tratta di un istinto di difesa . Subito dopo il trauma l’atleta comincia a lamentarsi per il dolore al quel punto occorre l’intervento del fisioterapista . Fatevi largo , sappiate sempre che la responsabilità è vostra e quindi voi dovete prendere delle decisioni . Identificata la zona si procede con lo spruzzare ice spray ( 20 cm di distanza non a getto continuo ma ad intermittenza ,onde evitare ustioni da freddo)subito un po’ di acqua ed ancora ice spray .
Avete pochi minuti per decidere se l’atleta può continuare o meno la gara LASCIATE STARE TUTTO QUELLO CHE VI VERRA’ DETTO DALL’ALLENATORE E DALLO STESSO ATLETA valutate voi le condizioni dell’infortunato ,quindi se riesce a flettere oltre i 90° , se riesce a stare in stazione eretta ,se ha dolore nel camminare , ancora peggio se non riesce a correre , sappiate che il tensore per la sua conformazione anatomica è meno soggetto al sanguinamento, ed alla rottura di fibre muscolari . Parlo di rottura di fibre muscolari ,in quanto è una delle complicanze maggiori nella contusione muscolari il trauma causa una rottura delle fibre ed un travaso ematico . Non siamo medici ma siamo sempre operatori sanitari ,quindi dobbiamo essere ETICI nei confronti dell’atleta, se ha dolore , se prova ad allungare il muscolo, e non riesce, chiedete la sostituzione subito, si rischia di peggiorare la situazione clinica e di prolungare i tempi di recupero.
Il primo intervento si basa sul protocollo P.R.I.C.E. (protection ,rest, ice, compression, elevation, ) usate sempre questo protocollo nessuno vi potrà contestare il vostro operato
PROCEDURA primo intervento Ghiaccio 20 ‘ e 20’ senza per 4/5 volte ( spesso non si ha tempo per seguire questa procedura si mette il ghiaccio un paio di volte e basta . A seguire un bendaggio compressivo eseguito in modo ,da evitare lacci ematici o ristagni ,il bendaggio deve seguire un concetto di bendaggio vascolare sotto il bendaggio va posizionata la compressa per la compressione , per comprimere cioè la parte colpita ed evitare un ulteriore travaso ematico.
L’ applicazione di un bendaggio compressivo sulla zona lesionata, è basato sulla facilitazione di evacuazione ematica dall’area interessata dall’ematoma e dal tentativo di limitare un’ ulteriore emorragia (Klein, 1990; O’Donoghe, 1984; Peterson e Reström, 2001).
Il bendaggio compressivo andrebbe mantenuto per un periodo compreso tra i 2 ed i 7 giorni secondo letteratura, sta a voi stabilire quando il gonfiore è diminuito ed interrompere la fasciatura .
La deambulazione dopo l ‘evento deve essere eseguito in scarico, mediante cioè l’ausilio di canadesi.
Complicazioni
Le maggiori complicazioni in caso di contusione muscolare sono:
- Lesione muscolare
- cisti sieroematica
- miosite ossificante
- sindrome compartimentale
Una diagnosi precisa e definitiva nel caso di ematoma intramuscolare, diviene possibile solamente dopo 12-72 ore dall’evento lesivo, secondo Klein 1990 una diminuzione del gonfiore, una riduzione della sintomatologia dolorosa, l’apparizione di una zona livida nelle prime 24 ore post-traumatiche ed una ripresa della funzione muscolare, costituiscono degli indicatori che depongono per una prognosi favorevole quindi ad una risoluzione senza complicanze del trauma. Invece un incremento oppure una persistenza del gonfiore dopo 48-72 ore, oppure un aumento della sintomatologia dolorosa o una diminuzione delle pulsazioni periferiche, una prolungata o progressiva limitazione dell’escursione articolare causata dal dolore o dalla debolezza muscolare, un senso di intorpidimento e/o parestesia al di sotto della zona di lesione, costituiscono una serie di sintomi da prendere in considerazione seriamente con l’intervento di un medico e con una diagnostica precisa ( RMN) in casi così estremi si può arrivare alla evacuazione chirurgica dell’ematoma.
Quindi la precedenza va data all’assorbimento dell’ematoma e alla valutazione della presenza di lesioni muscolari . Usate quindi tutti i mezzi che conoscete Bagni alternati, piscina ( la pressione dell’acqua favorisce lo smaltimento dell’ematoma) la contrazione muscolare , la tecar ,terapia fisiche, Kinesio Taping lavoro sui Trigger point . Sarà importante impostare un protocollo di lavoro fatto bene ( quindi corretta apertura delle stazioni linfonodi, temperatura consigliata etc etc ) Il movimento è di estrema importanza così come la contrazione muscolare che funge da pompa fisiologica per lo smaltimento dell’ematoma.
Conclusione
Se il quadro patologico non presenta complicazioni, il fisioterapista dovrà cercare di creare la condizione ideale per un recupero muscolare. Nel caso in cui invece si riscontra mediante ecografia la rottura delle fibre muscolari, sarà opportuno approcciarsi come uno strappo muscolare.
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