Lesione muscolare | Una guida completa alla gestione
La Lesione muscolare è per definizione un infortunio che può colpire qualunque muscolo del nostro corpo, andando di fatto a creare un danno alla struttura della fibra muscolare che sarà oggetto di indagine sia clinica, che mediante l’utilizzo di strumenti diagnostici specifici.
Il meccanismo traumatico che provoca una lesione muscolare è generalmente una improvvisa e veloce contrazione muscolare, in maniera “Esplosiva” che generalmente avviene in quegli sport in cui sopratutto gli arti vengono sollecitati improvvisamente come il bodybuilding, il calcio (sopratutto le ripartenze o le imporvvise decelerazioni), la corsa (running..), la pallavolo… Certamente ad essere colpiti da questo tipo di infortunio possono essere anche persone normali che magari corrono verso l’autobus, oppure chi non allenato si accinge a movimentare carichi pesanti provocandosi lesioni muscolari o un strappo muscolare.
Durante l’attività sportiva, i fattori predisponenti una lesione muscolare sono certamente la stanchezza (quasi al termine dell’allenamento o gara, quando le energie si stanno esaurendo), oppure nei soggetti con poco allenamento che richiedono al proprio fisico un gesto atletico eccessivo, sia come contrazione che come allungamento.
In questo articolo parleremo di:
Come diagnosticare una lesione al muscolo
Perchè i trigger point possono contribuire ad una lesione
Il mio primo professore di Ortopedia, ricordo mi disse “Non esiste limite alla fantasia traumatologica”, riferendosi al fatto che chiaramente una frattura o una lesione può colpire qualunque muscolo del nostro corpo in base al movimento richiesto. Certamente i muscoli lunghi degli arti come Bicipite brachiale, tricipite, flessori della gamba, quadricipite, adduttore, muscoli del polpaccio, sono i più frequentemente colpiti da lesioni muscolari, anche se talvolta si possono trovare anche strappi muscolari sull’addominale, sul trasverso dell’addome, o sui muscoli della colonna.
In cosa consiste una Lesione Muscolare
Per analizzare al meglio questo tipo di infortunio, è molto importante studiare l’anatomia di un muscolo, che ha una struttura fibrillare
.
Dal punto di Vista anatomico la lesione muscolare può coinvolgere da poche fibre muscolari a molte fibre muscolari fino all’interruzione totale del muscolo (per fare un esempio basterebbe pensare ad una corda e alla possibilità che si rompa una sola fibra o tutta intera)
Come si fa diagnosi di lesione muscolare
Quando si sospetta un danno a livello muscolare è fondamentale indagare la natura del danno, l’estensione, la sede precisa, e la quantità delle fibre. L’esame più utilizzato è certamente l’ecografia, un esame veloce, economico e molto preciso, in grado di fornire immediatamente un quadro completo dello stato muscolare.
Siccome è un esame soggettivo, ovvero risente della bravura dell’esecutore, della sua sensibilità e della qualità del macchinario, è chiaro che i risultati non sono precisi al massimo, e spesso non riproducibili, ma riesce a fornire un quadro della situazione molto chiaro.
Nel caso in cui non fosse sufficiente l’ecografia, il medico potrà prescrivere una Risonanza magnetica, in grado di studiare più a fondo il muscolo, e avere delle immagine più oggettive .
Scopo di questi esami è quello di Fotografare una situazione e dare una stadiazione al danno. Tali informazioni saranno fondamentali per conoscere i tempi di recupero e attuare le necessarie considerazioni per curare la lesione o lo strappo muscolare.
Nel caso si esegue una ecografia,che fornisce un esito positivo per lo strappo, sarà importante documentare tale condizione non solo all’inizio, ma sopratutto anche alla fine dei trattamenti, per accertarsi che il muscolo è guarito completamente.
Gradi di lesione muscolare
Generalmente una lesione viene misurata in gradi in base alla quantità di fibre coinvolte, e all’estensione del danno riscontrato
- Primo grado: in questo stadio assistiamo ad una lesione muscolare di alcune fibre, di solito meno del 5% del totale. Come sintomi si avverte dolore nella zona vittima, ma non vi è impotenza funzionale ne tantomeno ematoma, il soggetto avverte un dolore solo durante la contrazione o nel reclutamento di quelle fibre muscolari interessate..Generalmente questo genere di lesione passa da sola, nel giro di una settimana circa, senza necessità di ulteriori terapie. Non necessita di ulteriori controlli al temrine del periodo di riposo che va però rispettato per evitare di incorrere in infortuni più seri.
- Secondo Grado: In questo stadio si assiste ad una Distrazione muscolare di molte fibre muscolari, con dolore elevato durante la contrazione, ma ancora senza impotenza funzionale nel reclutamento del muscolo interessato. Questa condizione è molto pericolosa in quanto il Dolore se sopportato durante la gara porta l’atleta a terminare la partita o l’allenamento, rischiando di fatto un aggravamento della problematica in quanto non è esclusa una lesione più grave. In questa condizione il dolore aumenta nei giorni successivi, e caratteristica è la comparsa di un ematoma, sintomo anche dello stravaso vascolare. Questo grado necessita di approfondimenti diagnostici approfondire per stabilire la reale entità e fornire i tempi di recupero.
- Terzo grado: È lo stadio peggiore, in quanto lo strappo muscolare ha coinvolto definitivamente tutte le fibre muscolari, determinando come sintomo una impotenza funzionale, ematoma, e fortissimo dolore. In questa condizione spesso si nota un avvallamento nella sede dello strappo (lesione ad ascia) sopratutto sui muscoli lunghi come il quadricipite o il bicipite brachiale. Va posta attenzione in quanto necessita di trattamenti specifici e di un attento iter medico al fine di limitare al massimo i danni funzionali che quasi sempre sono presenti a distanza, e che non possono essere recuperati completamente.
I trigger point e le lesioni muscolari : binomio sempre presente?
Molto spesso prima di un infortunio muscolare si avvertono dei sintomi che non sempre vengono presi in considerazione dal paziente che tende a minimizzare i segnali che il proprio corpo invia. Quando poi, a subire questo tipo di infortunio sono persone che praticano in maniera amatoriale lo sport, ecco che un fastidio, una contrattura muscolare non risolta, diventa un fattore di rischio molto elevato.
I trigger point sono per definizione delle porzioni, o bande tese, di un muscolo in una serie di fibre, che possono essere percepite anche dall’esterno mediante palpazione. Caratteristica dei trigger point è che possono dare un dolore locale, o in una zona anche a distanza.
L’aspetto che però può influenzare e creare i presupposti per una lesione, è il fatto che la banda tesa lunga la fibra può determinare una minore contrattilità, ma sopratutto un allungamento non omogeneo e se allungandolo in maniera eccessiva, si possono creare i presupposti per uno strappo, che come abbiamo visto potrà essere di varia entità.
In questo video dell’amico Francesco Ticchi , fisioterapista esperto nel trattamento dei trigger point, possiamo apprezzare la spiegazione di questa connesione:
Complicazioni di uno strappo muscolare
Esistono sostanzialmente 2 tipi di complicazioni che devono essere prese in considerazione dal fisioterapista per cercare di far guarire completamente il danno al muscolo:
Stravaso ematico : in caso di una lesione si apprezzano ematomi generalmente a “Valle” dello strappo muscolare. L’ematoma potrà essere superficiale oppure profondo conseguenza più rara che può portare ad una organizzazione dell’ematoma, ovvero un agglomerato piastrinico, che oltre al gonfiore determina lui stesso dolore.
Altra complicanza è generalmente la contrattura muscolare che si verifica nella zona in quanto il corpo cerca di riparare il danno subito tentando di “immobilizzare” l’area generando quindi la contrattura muscolare.
Fibrosi muscolare
La lesione deve essere considerata sempre come una cicatrice, che in base al grado di lesione, sarà più o meno grande ed estesa. La cicatrice prende il nome di fibrosi muscolare , ovvero un neo tessuto connettivo, di riparazione che non ha le stesse caratteristiche elastiche del tessuto muscolare. Questa condizione di poca elasticità porta ad un dolore locale molto frequente, e sopratutto espone le fibre a valle della cicatrice fibrotica, ad una nuova rottura.
La fibrosi muscolare è quasi sempre presente nelle lesioni di secondo e terzo grado, ma un corretto inquadramento e allungamento delle fibre nella porzione prossimale e distale, sono la corretta prevenzione.
Molte sono le persone che non si curano di tale complicazione e riprendono a correre non appena sentono meno male, non curandosi di allungare la cicatrice.
La fibrosi muscolare è una evenienza molto frequente, ed è apprezzabile anche ecograficamente.
Cura di una lesione muscolare
La cura di uno lesione muscolare dipende dalla sede della lesione (il muscolo interessato) dall’entità del danno (grado dello strappo muscolare).
Prima cura è certamente l’interruzione di ogni attività non appena si avverte il primo fastidio. Infatti capita spesso che lo sportivo, spinto dall’emozione, dalla foga agonistica, o semplicemente dalla presenza nel sangue di endorfine e adrenalina non si limiti e continui nell’attività provocandosi un danno maggiore.
Rimane quindi importante fermarsi immediatamente, e applicare del ghiaccio sulla zona interessata. Se l’area coinvolge l’arto inferiore, si mette l’arto in scarico, per le prime 24-36 ore, per limitare al massimo il danno ematico.
Il seocondo passaggio è il bendaggio compressivo, Successivamente si procede con un controllo ecografico per valutare l’entità della lesione e determinare lo stadio della lesione.
- Lesione di primo grado: necessita di uno stop di 2 settimane, anche se il dolore migliora dopo una settimana
- Lesione di secondo grado: lo stop da ogni tipo di attività sportiva non è inferiore a 4 settimane e va rivalutato con esame ecografico prima di dare l’ok al ritorno all’ attività sportiva.
- Lesione di terzo grado: va valutato il caso di intervenire chirurgicamente, ed i tempi non sono mai inferiori ai 3-6 mesi
Cure naturali
Il trattamento di questo genere di patologie, necessiterebbe sempre di un trattamento completo di natura medico-fisioterapica. Tuttavia esistono delle cure naturali che possono essere usate per migliorare, e aiutare la guarigione. Sostanzialmente possono essere usati degli unguenti a base naturale come Crema all’arnica e gel di aloe vera.
Questo genere di unguenti possono essere applicati 2-3 volte al giorno ed essere coperti con un normale strato di carta trasparente per cibi, per facilitarne l’assorbimento, esclusivamente per lesioni di muscoli superficiali, in quanto profondamente, sarebbe impossibile raggiungere direttamente gli strati profondi.
Questa crema può essere facilmente acquistata ed essere di aiuto per l’alta concentrazione di principio attivo
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Fisioterapia
La fisioterapia ha lo scopo di velocizzare il processo riparativo, limitare il dolore e ridurre l’infiammazione mediante uso della Tecarterapia, ipertermia, onde d’urto, kinesio taping.
Utile è il massaggio decontratturante che se eseguito da un fisioterapista professionista riuscirà ad ottenere un effetto trofico sul muscolo favorendo l’ossigenazione, aiuterà a diminuire la contrattura muscolare legata al dolore, e sopratutto migliorerà l’elasticità della cicatrice.
Il fisioterapista si prenderà cura di cercare di rendere la cicatrice morbida, elastica e non fibrotica mediante terapia manuale. E’ molto importante che il fisioterapita abbia una certa competenza, in quanto la fase della cicatrizzazione è forse la più importante e influisce positivamente o negativamente nella prognosi di ogni lesione al muscolo.
Grazie all’utilizzo di terapie fisiche avanzate, già dopo poche sedute il dolore potrebbe essere dimezzato, ma la lesione purtroppo no! Non rispetttare il proprio corpo potrebbe rivelarsi un serio problema, allungare i tempi di guarigione ed esporsi al rischio di una fibrosi muscolare con tutti i problemi che ne possono derivare.
Al termine dei trattamenti e prima di ricominciare con l’allenamento, risulta molto importante la cura delle recidive, con stretching settoriale e inserendo nel contesto delle sedute di rieducazione posturale .
Una attenzione molto importante sarà certamente anche il recupero del tono muscolare perduto durante il periodo in cui era presente il dolore, e un attenzione particolare da parte del fisioterapista dovrà essere dedicata alla propriocettività, un aspetto che tante volte viene sottovalutato, ma che rimane probabilmente una di quelle basi a cui non si può prescindere.
Ecco degli esempi di esercizi propriocettivi che possono essere proposti da un fisioterapista:
Conclusioni
Chiunque può essere colpito da uno strappo muscolare, una lesione o una distrazione muscolare, e tale evenienza può rappresentare un momento molto delicato, che deve mettere il soggetto nella condizione di tornare a svolgere le sue attività, a patto che vengano rispettati i tempi, e vengano eseguite le terapie del caso, senza cercare di accorciare inutilmente i tempi di recupero.
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.