Frattura Quinto Metatarso
La Frattura quinto metatarso è per definizione la rottura traumatica o non traumatica della base prossimale del quinto metatarso del piede. E’ una frattura molto frequente nella traumatologia ortopedica, e colpisce indifferentemente sia uomini che donne. I bambini raramente subiscono questo tipo di frattura, ma nei pronto soccorsi, non è infrequente trovare un bambino che accusa un dolore al piede laterale.
In questo articolo ci occuperemo quindi di frattura del v metatarso seguendo questo indice:
- Generalità sulla frattura quinto metatarso
- Cause di frattura
- Come si diagnostica una frattura
- Trattamento ortopedico
- Fisioterapia per frattura quinto metatarso
- Possibili complicazioni
- Consigli naturali e pratici
Generalità sulla frattura del Quinto metatarso:
Come analizzato nella nostra guida all’anatomia del piede, possiamo affermare che il piede è un “Organo” molto complesso, sia per la sua struttura anatomica, sia per i rapporti articolari, sia sopratutto per le sue immense funzionalità. Su di esso gravano forze dovute al peso che deve subire sia in maniera statica sia in maniera dinamica. La frattura del quinto metatarso colpisce la zona prossimale detta base, del quinto osso lungo del piede, creando un dolore sulla porzione laterale.
Esistono Tre tipologie di frattura del V osso del piede, nel prossimo paragrafo le analizzeremo approfonditamente
Cause di frattura
Le cause di frattura quinto metatarso possono essere molte e come spesso si dice nei reparti di Ortopedia..”Non Esiste limite alla Fantasia Traumatologica”, e proprio per questo motivo non esiste una prevalenza di sesso in questo tipo di patologia.
Distinguiamo così 3 grandi tipologie di Fratture:
- Frattura Traumatica: un colpo improvviso diretto sulla zona del V metatarso determina una rottura della zona laterale del piede. Soprattutto in sport come il calcio, gli sport da combattimento come il karate,MMA, kick Boxing, ecc ecc
- Frattura Da strappo:è la condizione più frequente, in cui a seguito di una distorsione di caviglia si Strappa una porzione parcellare dell’osso a causa della trazione del muscolo peroneo breve, che si inserisce proprio sulla parte sporgente dell’osso determinando una improvvisa trazione, seguita da una contrazione del muscolo nel tentativo di non arrivare ad una completa distorsione. Nell’immagine seguente, si nota chiaramente il meccanismo traumatico in cui il Muscolo Peroneo Breve traziona in una linea orizzontale, mentre il peroneo lungo che si inserisce sul corpo del metatarso, verso l’alto, determinando una condizione favorevole alla rottura dell’osso.
- Frattura Da stress:Condizione particolare legata ad un disequilibrio nel processo di rimaneggiamento osseo. Le ossa sono costituite da due tipologie di cellule: Gli Osteoclasti e gli Osteoblasti. GLi osteoblasti si occupano di costruire l’osso, mentre gli osteoclasti si occupano di rimaneggiarlo. L’equilibrio tra l’azione di osteoblasti e osteoclasti deve essere sempre rispettato. L’attività Osteoclastica, è stimolata dal continuo allenamento o comunque uso di una determinata struttura. In alcune situazioni particolari come nell’allenamento intensivo viene a crearsi uno squilibrio nei confronti degli osteoclasti, con un rimaneggiamento superiore alla costruzione di nuovo osso. Si verificano così le fratture da stress, ovvero una frattura che senza un meccanismo traumatico evidente. Tale evenienza deve essere curata in maniera opportuna, pena un recupero molto lento e problematico, oltre ad un ritorno al gesto sportivo ritardato.
Come si può diagnosticare una Frattura del V metatarso:
Generalmente questo tipo di frattura è accompagnata da un evento traumatico, per cui, il primo luogo dove ci si rivolge è il pronto soccorso. Dopo una visita clinica, e una anamnesi in cui si ricostruisce cosa ha provocato il dolore, il medico prescrive una lastra RX .
La lastra è quindi l’esame principe per diagnosticare questa evenienza.
Nel caso di una frattura quinto metatarso da stress è possibile che il medico prescriva un ulteriore esame per approfondire, e generalmente si orienta su una Tac o una Risonanza Magnetica, che mettono in evidenza edema,e la condizione in cui versa la Testa del metatarso.
E’ bene quindi rivolgersi ad un bravo ortopedico che riuscirà a inquadrare perfettamente il problema
Tipologie di Fratture:
Generalmente nelle fratture traumatiche, il quadro clinico sarà di due tipi:
- Frattura composta:alla lastra Rx si apprezzerà una rima di frattura chiara e netta
- Frattura Scomposta: Quando il trauma è stato di una certa entità, si può verificare una trazione tale che il frammento osseo si distacca, generando una frattura scomposta che necessita di un approccio medico più invasivo con la possibilità di un intervento chirurgico.
E’ bene quindi diagnosticare in maniera corretta la tipologia di frattura per inquadrare l’approccio corretto
Trattamento Ortopedico:
Nel caso di una Frattura composta:come in tutte le fratture del corpo umano, la cura per una frattura è l’immobilità, per facilitare la guarigione della rima di frattura. Sarà confezionato un gambaletto di gesso senza includere il ginocchio, mettendo il piede in leggera supinazione per detendere i muscoli che hanno determinato lo strappo osseo. Oggi sempre più spesso vengono utilizzati dei tutori Walker, ovvero dei tutori che limitano il movimento e facilitano la guarigione. Tali tutori hanno il vantaggio di permettere una igiene della zona, ma DEVONO ESSERE INDOSSATI SEMPRE ANCHE LA NOTTE.
A discrezione dell’ortopedico di riferimento sarà concesso un carico sfiorante mediante canadesi. Si procederà ad una lastra rx dopo una settimana per accertarsi che la frattura non si sia scomposta durante questo periodo. L’immobilizzazione dovrà essere tenuta per un periodo compreso tra le 3 settimane e le 5 settimane. Oltre tale periodo si rischia di ottenere un effetto negativo sulla qualità dell’osso con fenomeni di osteoporosi, oltre al fatto che l’osso è sensibile al carico, per cui una eccessiva immobilità non fa apporre calcio nell’osso e quindi potrebbe essere un fattore negativo per la guarigione totale.
Questo studio pubblicato sul portale Pubmed è molto interessante e può aiutare nella gestione della frattura del V metatarso
Nel caso di frattura Scomposta:sarà compito dell’ortopedico valutare se è il caso di intervenire chirurgicamente. Sotto un certo grado di scomposizione è bene non operare, ma se i due monconi sono molto distanti, è fondamentale ridurre la frattura mediante una vite o una placca, per ricomporre l’osso e permettere un recupero corretto. Dopo la ricomposizione sarà nuovamente confezionato un tutore gessato, o prescritto un tutore walker per immobilizzare il piede e la caviglia. I tempi di recupero variano comunque tra i 15 e i 30 giorni.
Fisioterapia Per Frattura Quinto Metatarso:
La Fisioterapia per frattura quinto metatarso dopo questa frattura è molto importante ma dipende molto dalla condizione post immobilizzazione dell’arto. Infatti al termine dei 30 giorni, il fisioterapista può trovarsi a gestire una serie di complicazioni che meritano sempre un approccio attento per non ritardare un normale recupero.
Scopo della fisioterapia è quello di ridurre l’edema, Mobilizzare la caviglia e le strutture vicine alla frattura. Inoltre sarà contestuale un recupero muscolare e alla deambulazione.
Nel nostro studio suddividiamo il trattamento riabilitativo del V metatarso in 2 fasi:
- Prima Fase (Controllo del dolore e dell’edema): In questa fase sarà utile del linfodrenaggio per controllare l’eventuale edema di piede e caviglia. Per controllare il dolore è opportuno integrare mediante terapia manuale, Laser ad alta potenza e Tecarterapia.
- Seconda fase (recupero del movimento e rinforzo muscolare):Scopo di questa fase riabilitativa è recuperare la deambulazione senza dolore, e non sovraccaricare la struttura appena guarita. E’ prassi comune saltare questa fase, e difatti spesso si trovano pazienti che a distanza anche di un mese continuano a zoppicare, con rischio di veder comparire dolori a ginocchio anche e colonna. Gli esercizi proposti saranno volti quindi al recupero della muscolatura del polpaccio, della coscia, ma sopratutto del piede. Attenzione particolare e raccomandazione è quella di lavorare sulla Propriocettività, proponendo esercizi con tavoletta propriocettiva, e mettendo in difficoltà l’equilibrio del paziente alla ricerca di rinforzare i normali meccanismi di controllo del piede- caviglia.
- Terza fase (controllo posturale):Dopo una frattura che ha interessato il piede, è frequente un disequilibrio posturale, con comparsa di dolori alla colonna, o in altri distretti..per cui può essere utile una serie di sedute di rieducazione posturale Mezieres individuale, per sistemare la postura del paziente.
Complicazioni di una frattura:
Le possibili complicazioni di una frattura quinto metatarso sono molte, ed è bene prenderle in considerazione per guarire da questa condizione patologica.
- Pseudoartrosi della frattura: La Pseudoartrosi è una condizione patologica in cui i due monconi della frattura, non guariscono, nonostante il periodo di immobilità. Spesso la causa è legata a difficoltà di calcificazione di tipo metabolico (osteoporosi grave), oppure se la frattura andava operata, e magari si è scelto di non trattarla. Può essere di aiuto un ciclo di Onde d’urto per aiutare la calcificazione
- Scomposizione della frattura:una frattura che inizialmente era composta, potrebbe scomporsi, sia se magari si è caricato precocemente, sia senza apparente motivo. Per questo si ripete la lastra rx dopo 10 giorni dall’evento.
- Infezione della ferita:Talvolta negli incidenti stradali si verificano delle ecchimosi o delle vere e proprie ferite, che meritano di essere curate e trattate con antibiotici nel caso in cui ve ne è necessità. Sarà cura del medico fornire occuparsi della ferita e non farla infettare.
- Blocco articolare (capsulite post-Traumatica): A causa dell’immobilità, si possono verificare episodi di capsulite post-traumatica. In questi casi si allungano di molto i tempi di recupero e sarà cura del fisioterapista recuperare al più presto l’articolarità con mobilizzazione della caviglia, nei movimenti di flesso-estensione, rotazione, eversione-inverisone.
- Infiammazioni tendinee: L’immobilità, e la perdita del tono muscolare, possono portare ad un sovraccarico tendineo quando si riprende a camminare. Non bisogna spaventarsi, piuttosto affidarsi ad un fisioterapista esperto , in grado di gestire tutte le evenienze e le complicazioni come infiammzioni e dolorini che possono essere normali
- Algodistrofia:è Purtroppo una complicazione grave, e non sempre prevedibile. Si manifesta con dolore, blocco articolare, disturbi di natura circolatoria. Si instaura un processo circolare che si autoalimenta. Scopo del fisioterapista è quello di interrompere il circolo vizioso, il prima possibile. Tale complicazione può essere molto grave e allungare i tempi di recupero in maniera molto importante. Non sempre si riesce a guarire completamente, e talvolta è importante un supporto farmacologico con farmaci Bifosfonati.
- Flittene:Spesso nei giorni successivi compaiono flittene (bolle della pelle) causate dal disturbo circolatorio secondario alla frattura ed ecchimosi diffuse a tutto il piede.
Consigli e cura Naturale di una frattura del V metatarso:
Nella fase subito successiva alla rimozione del gesso o del tutore, sarà possibile aiutare la guarigione mediante una serie di cure naturali:
- Impacchi di crema di arnica Montana: consigliamo di applicare un gel sulla zona dolente per alcuni giorni, applicando una pellicola e lasciando penetrare meglio il principio naturale, per effetto della sudorazione che viene stimolata dalla non traspirabilità della pellicola
- Applicazione di ghiaccio: consigliamo di posizionare una borsa di ghiaccio 3 volte al giorno per non più di 10 minuti
- Bacinelle di acqua calda acqua fredda: in caso di gonfiore si può provare questo tipo di trattamento che consiste nell’immergere il piede per 15 secondi dentro una bacinella con acqua calda, e immediatamente immergerlo successivamente in una bacinella di acqua fredda. Ripetere questo trattamento per 10-15 volte.
- Uso di plantari antishock e di supporto: in caso di dolore, e nelle prime fasi in cui si ritorna all’attività sportiva, sarà di sollievo utilizzare un plantare antishock come questo
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.