Recensione corso trigger point secondo il Metodo Ticchi
Recensione corso trigger point secondo il Metodo Ticchi
Con davvero molto piacere ho avuto la possibilità di frequentare e recensire la prima parte del corso organizzato da Francesco Ticchi, che grazie al suo metodo, ha formato centinaia di colleghi nel trattamento e disattivazione dei trigger point. Francesco Ticchi, negli anni ha raggiunto un alto grado di fama, grazie ai concetti studiati e approfonditi, attirando spesso anche critiche, e vedremo oggi proprio il suo approccio e cosa aspettarsi nel suo corso.
Il corso comprende una dispensa, e sopratutto un piccolo atlante dei trigger point trattati nel primo modulo, che ricordiamo è incentrato nel trattamento del dolore del rachide lombare e dell’arto inferiore.
Primo aspetto molto gradevole è l’impostazione del corso, molto familiare, in cui i ragazzi vengono immersi in un contesto amichevole, poco formale, ma altamente diretto ed efficace, proprio per l’abbattimento della distanza tra docente e studenti.
I concetti presentati, come probabilmente molti sapranno, derivano dagli studi all’avanguardia della dottoressa Travell e del dottor Simons effettuati tra gli anni 40 e gli anni 60. Parliamo quindi di concetti certamente non nuovi, ma proprio in questi ultimi anni, sono stati ripresi, rielaborati e migliorati, e il metodo Ticchi, è forse uno tra i modelli terapeutici migliori per riuscire a trattare i trigger point.
Durante la prima fase, il docente spiega l’origine dei trigger point, dal punto di vista funzionale e sopratutto dal punto di vista anatomico, formando un “Cappello” propedeutico per la creazione di un modello operativo su cui lavorare con i protocolli creati da lui stesso. Molto interessante è certamente il suo approccio pratico, che fornisce allo studente dei semplici strumenti per fare “Diagnosi” differenziale, con delle pillole di esempi pratici davvero molto utili.
Francesco Ticchi, differenzia i trigger in primari, secondari e satelliti, offrendo quindi un modello di ragionamento capace di stimolare il terapista, che spesso è legato ad un modello di fisioterapia, localizzato nella zona dolorosa, che spesso non fornisce risultati ottimali, e che negli anni ha fatto perdere credibilità alla categoria, rispetto ad altre branche mediche e fisioterapiche più olistiche che inquadrano il problema in maniera più ampia a 360 gradi.
Questo tipo di approccio, per quanto Francesco si prodighi tantissimo, richiede una ottima conoscenza dell’apparato muscolare, e quelli che sono i test muscolari e sopratutto la fisiologia articolare, per poter diagnosticare e successivamente trattare un disturbo muscolo-scheletrico. Per questo un ripasso di tali conoscenze, oltre all’anatomia palpatoria dei muscoli, sono delle condizioni indispensabili, per approcciarsi a questa metodica.
Il docente, non si fossilizza sul trattamento con un singolo strumento, bensì fin da subito è chiaro che il suo trattamento può essere eseguito con le mani, con terapia fisica (laser,us,tecarterapia) aghi (dry needling in base alle competenze dell’operatore), l’importante è sempre essere precisi, e trovare il trigger corretto, e questa metodica aiuta il terapista proprio a fare questo.
In questo modulo, viene posta attenzione come prima patologia la lombalgia. Come uso del docente, l’interazione con i partecipanti è sempre alta, e lo stimolo al ragionamento sulla causa del dolore è sempre presente. Nell’ultima giornata, si trattano le patologie a carico dell’anca, la trocanterite, le radicolopatie, varie problematiche del ginocchio (meniscosi, tendiniti…ecc ecc) differenziando molto bene tra le possibili cause e proponendo il trattamento miofasciale appropriato.
Il giovane fisioterapista, così come il terapista di vecchia data, trae molti spunti lavorativi e diagnostici dallo studio del dolore di tipo miofasciale, e deve essere “Pronto” ad uno stravolgimento delle classiche evidenze che per anni hanno fatto parte del proprio bagaglio. Basterà davvero poco per ricredersi e immergersi in questa nuova metodica.
Nel secondo modulo si affrontano problematiche come la cervicalgia, il Mal di Testa, la Spalla dolorosa
La caratteristica che rende il metodo Ticchi, uno “strumento” molto valido, è certamente la creazione di una metodica composta da una batteria di test muscolari, che forniscono indicazioni molto precise per riuscire ad individuare il trigger point primario, rendendo il trattamento immediato, e velocissimo. Davvero si rimane stupiti dal risultato, a prescindere dal mezzo usato per disattivare il trigger.
Francesco Ticchi nel suo corso è riuscito a fornire una metodica di lavoro, che risulta efficace proprio per la sua semplicità, a patto che il terapista conosca perfettamente l’anatomia e sopratutto la fisiologia articolare e muscolare.
La parte pratica prevede una sensibilizzazione del terapista a percepire il tessuto in cui si eseguono i trattamenti sui trigger, proponendo un bendaggio dell’operatore, che si focalizza meglio sul suo target,e impara a percepire i tessuti muscolari, e i distretti su cui agire.
Uno tra gli aspetti a cui tengo sottolineare, è la possibilità per i partecipanti di ripetere il corso nella propria città, previa autorizzazione del docente (dipende dal numero di partecipanti e dalla sala dsponibile).
Quali sono i testi consigliati per affrontare questo corso?
Per quanto Francesco si prodighi, per stimolare lo studente a percepire i muscoli, credo che un ripasso dei test muscolari e un atlante dei trigger point siano fondamentali.
Per questo consigliamo uno di questi due testi :
Abbiamo trovato interessante un concetto sulla differenziazione del dolore miofasciale da quello infiammatorio, che Francesco ha deciso di approfondire
Conclusioni
Credo che questo corso, sia fuori dai soliti schemi, e bisogna essere pronti e disponibili a mettere in discussione alcuni concetti “classici” in favore di nuove teorie, che vengono argomentate da Francesco Ticchi, ma che necessitano di un tempo successivo al corso per essere provate e “digerite”. Il suo modo di porsi, e di trasmettere il suo sapere è forse poco aulico,ma diretto, quasi paterno..un approccio simile a quello che un tutor con tanta esperienza, trasmette allo studente, cercando di mostrare le sue esperienze ed evitare al proprio allievo errori.
La batteria di test, manovre, e skils fornito da questo corso è davvero utile..un “coltellino svizzero” per il fisioterapista che ha a disposizione solo la potenza delle sue mani, per dare ai propri pazienti un sollievo concreto.
Al termine del modulo, il docente permette agli studenti di riprendere singolarmente con un video, tutti i test e le tecniche imparate nel week end, così da avere un riassunto perfetto di tutto, comodamente a casa.
Francesco Ticchi, per sua stessa ammissione proprio in prima giornata, ha avuto una grande intuizione anni fa, nello scoprire e studiare gli studi di Travel e Simons, creando un suo modo di lavorare e indagare il dolore del paziente. Lo studente da questo corso apprende in maniera Strutturata, il suo modo di indagare e scoprire i trigger point causa del dolore miofasciale. Diciamo che mette ordine ad una serie di concetti, e questo è davvero molto utile e fa risparmiare tanto tempo al fisioterapista che altresì dovrebbe da solo studiare le mappe dei trigger, e provare da solo i test muscolari e creare protocolli riabilitativi adeguati.
Queste sono le opinioni di alcuni studenti che ringraziamo:
Tante sono le polemiche che nel mondo della fisioterapia italiana hanno limitato la crescita del nostro campo, e proprio nel mondo dei trigger point in questi ultimi anni, abbiamo avuto lotte, e teorie svariate, che spesso hanno portato alla completa confusione. Questo è un corso complementare ad altri corsi di terapia strumentale, terapia manuale, e sopratutto di terapia dei trigger point con altre metodiche come il dry needling. Un terapista che ha nel suo bagaglio questo e altri corsi simili, ha certamente una freccia molto efficace nel trattamento del dolore, per cui auspico, magari un incontro tra i vari docenti di tecniche fasciali, e trigger point, per riuscire a collaborare e migliorare una metodica lavorativa che merita davvero tanto, e deve continuare a crescere.
Per gli studenti interessati al Da.Ma, ricordo che potete contattare direttamente David Di Segni per ogni ulteriore informazione tramite mail a David.disegni@gmail.com o contattatemi su Facebook
David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.