Intervista a Rosanna Baroni
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Rosanna Baroni, collega con molta esperienza, insegnate del corso sulle disfunzioni del movimento metodo Shirley Sharman.
Ciao, Rosanna Baroni, ben trovata parlaci un po’ di te (dove lavori, da quanti anni svolgi la tua professione, quale è la tua formazione professionale)
Non conosciamo la tua età,ma ad occhio e croce, sei passata tra due generazioni di Fisioterapisti: Quelli che nascono come massaggiatori , e quelli moderni che invece hanno tante frecce al loro arco per affrontare e risolvere molte patologie.
Ciao
Effettivamente sono una fisioterapista che ha iniziato la sua attività professionale nel 1984 presso Ospedale Circolo di Varese e dove a tutt’oggi risulta assunta con un contratto part-time.
Ho avuto la fortuna di spaziare in tutti gli ambiti riabilitativi dalla terapia intensiva alla cardiochirurgia, alla chirurgia per poi approdare a quello che è il mio ambito di interesse e dove a tutt’oggi lavoro ossia l’ortopedia.
In tutti questi anni la tipologia di lavoro è cambiata e ora si lavora in base ad una migliore evidenza scientifica. Le nuove tecniche riabilitative hanno sicuramento arricchito il nostro bagaglio professionale mettendoci a disposizione strumenti che aiutano noi fisioterapisti a ridurre il dolore del paziente e a ripristinare la funzione lesa. Ma credo che la sfida sia quella di riuscire a promuovere un passaggio in cui il fisioterapista non deve essere più considerato solo un bravo “operatore” ma dovrebbe essere considerato uno specialista di un sistema…. E noi come professionisti dovremmo identificarci nel sistema di movimento. Il movimento è una funzione complessa prodotta dall’interazione di diversi organi e sistemi quali il sistema muscolare, scheletrico e nervoso coadiuvati dal sistema endocrino cardiovascolare e polmonare.
La nostra professione richiede alte competenze e dovremmo monitorare il sistema muscolo-scheletrico in tutte le fasi della vita di un individuo. Dovremmo avere un ruolo importante nella prevenzione riuscendo a individuare i segni prima che diventino sintomi, effettuare screening ai nostri ragazzi soprattutto se fanno attività sportiva. Questo è un ambito in cui ormai è da anni che mi occupo e che mi appassiona. Con i miei studenti del corso di Laurea abbiamo svolto molte tesi di laurea rivolte allo studio delle disfunzioni nei canoisti e ora nei ballerini professionisti.
Quando hai deciso di diventare un docente per il tuo metodo e cosa ti ha spinto a farlo?
Ho iniziato a frequentare Washington University in St Louis nel 2003 e ho conseguito l’attestato di insegnamento delle SINDROMI DA DISFUNZIONE DEL SITEMA DI MOVIMENTO rilasciato da Shirley Sahrmann nel 2008.
Ho deciso di diventare docente delle DSM (sindromi da disfunzione del sistema di movimento) per poter divulgare questo approccio riabilitativo che considero innovativo. I risultati che si ottengono con la pratica clinica quotidiana rafforzano la spinta a voler far conoscere questo nuovo metodo
Molti in Fisioterapia tendono a tenere per se, le proprie conoscenze e competenze..Tu invece no..ci spieghi il motivo?
Insegno nel corso di laurea dell’ Università Insubria di Varese dal 1996 e credo che insegnare deve essere una passione. Non si trasferiscono solo conoscenze ma uno stile di pensiero ed esperienza che nasce da un vissuto clinico quotidiano. Penso che chi intraprenda l’attività didattica è perché vuole condividere e divulgare un concetto
In cosa ti differenzi rispetto ad altri approcci (più o meno tutte le metodiche danno dei risultati, la tua cosa offre di più rispetto ad altre?
I concetti del Sistema di Movimento si basano sulla premessa teorica che i movimenti sostenuti e le posture prolungare causino alterazioni anche minime nella precisione del movimento. La diminuita precisone genera microtrauma ai tessuti articolari e periarticolari e se non interrotta conduce a macrotrauma e dolore. Questa considerazione è alla base del modello kinesiopatologico. Infatti un movimento che avviene con una alterata atrocinematica e osteocinematica induce stress ai tessuti e dolore. Il fisioterapista deve, tramite un esame dettagliato, individuare queste alterazioni della precisione del movimento, analizzare la postura e i movimenti e assegnare una diagnosi. Il sistema di classificazione diagnostico si basa sulle alterazioni riscontrate che danno origine alle SINDROMI DA DISFUNZIONE DEL SISTEMA DI MOVIMENTO.
Le sindromi sono denominate in base alla direzione di movimento o allineamento che più costantemente scatenano il dolore e che quando corretta riduce o elimina il dolore.
La categorizzazione in Sindromi, denominate con una terminologia kinesiologica, consente una migliore comunicazione fra i professionisti, permette di formulare una prognosi e di implementare un piano di trattamento più efficace.
Immaginiamo una giornata tipica di Rosanna…Tratti tutti i tuoi pazienti con il tuo approccio, oppure integri altre metodiche o strumenti?
Quando tratto un paziente per me l’obiettivo è trovare la causa che genera il dolore e non focalizzarsi a trattare anche con successo nell’immediato la struttura sintomatica. Per raggiungere l’obiettivo lo strumento che utilizzo non sono più i trattamenti volti al tessuto lesionato ma tramite un esame fisico cerco di capire perché quel tessuto si è lesionato ed è sintomatico. Se individuo la causa il trattamento sarà molto consequenziale ed efficace e soprattutto con risultati a lungo termine.
Nella tua pratica quotidiana utilizzi elettromedicali, e se si, quali reputi indispensabili per il tuo lavoro?
No nella mia pratica clinica non uso apparecchi elettromedicali. Se il dolore è la conseguenza di una articolazione che si muove con un alterato PICR (centro istantaneo di rotazione) ripristinando la precisione articolare riduci le sollecitazioni sul tessuto ed elimini il dolore
Se tu avessi un figlio che si è appena laureato, come lo consiglieresti, per diventare un ottimo terapista?
Umiltà, desiderio di apprendere, conoscenze basate sulle migliori evidenze
Secondo te come evolverà la fisioterapia nei prossimi anni e quali saranno le nuove frontiere?
Credo che la crisi economica che stiamo attraversando debba modificare il nostro modo di lavorare. Non si possono più proporre trattamenti sintomatici che durano nel tempo. Dovremmo guardare il modello americano ed affrontare le problematiche muscolo-scheletriche con approcci innovativi e soprattutto che vanno a modificare la gestualità dell’individuo. Solo se il paziente incorpora movimenti e posture biomeccanicamente corrette che assume nella sua vita quotidiana può ridurre le sollecitazioni che il suo sistema muscolo-scheletrico riceve e rompe i circoli viziosi causa dell’automantenimento delle alterazioni tissutali e di controllo motorio.
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.