Muscoli scaleni | Sindrome degli scaleni, causa del dolore cervicale
I muscoli scaleni sono un gruppo muscolare costituito da 3 muscoli (anteriore, medio posteriore) pari e simmetrici che si trovano a livello del collo, e vengono coinvolti nella respirazione e nel movimento del rachide cervicale.
Originano a livello del processo trasverso delle vertebre cervicali, dalla prima alla settima, e si vanno ad inserire a livello della prima e seconda costa.
Circa nel 30% delle persone esiste un altro muscolo piccolino chiamato Scaleno minimo, che origina dal tubercolo della settima costa e anche esso si inserisce sulla prima costa. Questo piccolo muscolo ha una piccola inserzione tendinea sulla cupola pleurica e partecipa al meccanismo respiratorio andando di fatto ad alzare la cupola pleurica nella fase di Inspirazione.
I muscoli Scaleni sono innervati dai rami dei plessi cervicale e brachiale (C3-C8).
La Funzione dei muscoli Scaleni Anteriore e medio è quella di elevare la prima costa durante la respirazione e grazie alla loro inserzione sui processi trasversi di rotare il collo sul lato opposto. Il muscolo Scaleno posteriore che si inserisce sulla seconda costa partecipa all’elevazione della costa e invece permette una rotazione del collo dallo stesso lato.
Chiaramente vista la loro inserzione sulle coste partecipano attivamente al processo di respirazione, andando a sollevare la gabbia toracica facendo salire di fatto la prima e la seconda Costa, divenendo parte integrante di tutti quei muscoli Inspiratori che permettono quindi la vita.
In questo video voglio parlare di cosa è il dolore agli Scaleni e quali sono alcuni trattamenti efficaci:
Indice
- Cosa è la sindrome degli scaleni
- Test
- Area del dolore
- Come fare diagnosi differenziale
- Cura
- Esercizi Cervicobrachialgia
Sindrome degli scaleni : cosa è
La sindrome degli scaleni è una particolare condizione patologica a carico dell’arto superiore con disturbi vascolari e nervosi, la cui causa è legata ad uno stiramento e compressione dell’arteria succlavia e contemporaneamente compressione del plesso brachiale che rimane compresso a livello della prima costa. Questa sindrome viene chiamata in Inglese thoracic outlet syndrome, sindrome dell’ingresso toracico o TOS.
Infatti a causa di una tensione del muscolo Scaleno Anteriore e medio, che ricordiamo si inseriscono proprio sulla prima costa, succede che questa non riesce ad abbassarsi, e “Strozza” il complesso vascolare e soprattutto nervoso determinando dolori al braccio con sintomi vascolari e sintomi lungo il braccio simili ad una cervicobrachialgia.
Questa Sindrome colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini.
Dal punto di vista dei sintomi la Sindrome degli scaleni si manifesta con parestesie, dolore e debolezza a livello degli arti superiori, generalmente monolateralmente. Generalmente i sintomi compaiono lentamente con progressiva debolezza atrofica monolaterale dei muscoli intrinseci della mano e anomalie sensoriali associate alla distribuzione del nervo T1, a causa appunto della compressione del tronco inferiore del plesso brachiale che viene compresso a livello appunto della prima costa che rimane sollevata. Va detto che non è presente però atrofia muscolare, ma alla palpazione a livello del collo noteremo una certa dolenzia a livello dei muscoli scaleni e sintomi che peggiorano con l’uso delle braccia e le manovre che provocano dolore.
Si eseguono generalmente tre test per comprendere dove sta la compressione: se a livello degli scaleni, a livello della prima costa oppure più in basso a livello del muscolo pettorale. Si useranno i test di Adson per valutare i muscoli Scaleni:
Per valutare se il plesso brachiale è compresso a livello della prima costa si userà invece il Test di Eden:
Infine è importante valutare se il problema è legato ad una compressione del piccolo pettorale, e si eseguirà il Test di Wright:
Area topografica del dolore provocato dalla Sindrome degli Scaleni
Come spiegato, il dolore e il fastidio verranno descritti dal nostro pazienti come un filo, una zona lungo il braccio fino ad arrivare alle dita della mano, in cui si avverte intorpidimento, scossa, punture tipo spilli, e in certi casi perdita di forza.
Come spiegato prima, la sindrome degli scaleni è legata ad una contrattura dei muscoli che vanno letteralmente a strozzare il nervo determinando sintomi neurologici lungo il braccio in base al nervo coinvolto.
Questa immagine mostra l’area topografica di competenza dei singoli rami, e quindi il livello metamerico corrispondente:
Come fare diagnosi Differenziale
Come prima cosa sarà fondamentale eseguire una diagnosi corretta mediante una visita specialistica, nella quale verrà visitato il paziente, valutati i riflessi, e le aree dermatomeriche corrispondenti.
Il medico potrà richiedere una risonanza magnetica, per valutare la presenza di eventuali ernie discali o protrusioni, per fare comunque diagnosi differenziale, con la sindrome degli Scaleni che invece abbiamo visto non essere causata da problemi ai dischi. Chiaramente però visto che una cervicobrachialgia ha sintomi identici, bisognerà capire bene quale sia la causa, per iniziare un trattamento specifico e personalizzato.
Potrebbe comunque essere prescritta anche una elettromiografia per studiare la funzionalità dei nervi e aiutare nella diagnosi differenziale con altre patologie che danno comunque sintomi simili, come il Tunnel carpale, Epicondilite, sindrome del tunnel cubitale o appunto patologie a carico dei dischi come ernie e protrusioni.
Cura della Sindrome degli Scaleni
Probabilmente se la causa del problema è appunto un problema ai muscoli scaleni, l’uso di farmaci e Cortisone darà risultati molto deboli se non assenti. Infatti, essendo un problema muscolare, tali farmaci non daranno alcun effetto. Diversamente una doccia calda, potrebbe per qualche ora dare un pochino di sollievo e aiutare il Terapista a eseguire una terapia idonea.
Sarà molto importante eseguire i test proposti per capire quale struttura è responsabile del problema, e iniziare un trattamento di tipo osteopatico – Fisioterapico.
Nel nostro studio a Roma, useremo tecniche manuali, esercizi terapeutici, e terapie fisiche combinando quindi il trattamento.
Si partirà sempre da una valutazione del Diaframma con conseguente trattamento per allentare le tensioni.
Successivamente tramite test, si valuterà la presenza di Trigger point sia a livello degli scaleni, sia a livello di altri muscoli del comparto anteriore e posteriore.
Potrebbe essere di aiuto eseguire tecniche anche sul muscolo Sternocleidomastoideo perchè come abbiamo visto una sua contrattura può portare ad una condizione di spasmo anche degli Scaleni.
Chiaramente qualora ci sono delle disfunzioni strutturali si manipolerà sia il rachide cervicale, sia la prima costa che potrebbe rimanere sollevata per la tensione dei muscoli scaleni che la tengono in alto.
In questa strategia, nel nostro studio usiamo la Laserterapia per dissipare i trigger point, sia per rilasciare i muscoli, sia per ridurre l’edema. Può venirci in aiuto la Tecarterapia ed eventualmente correnti antalgiche come la Tens.
A questi trattamenti nello studio eventualmente possiamo integrare con alcuni esercizi, come questi che hanno lo scopo sopratutto di mobilizzare e favorire un migliore movimento di tutto il distretto.
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.