Miofibrolisi diacutanea
La miofibrolisi diacutanea (il prefisso dia deriva dal greco dià, ossia attraverso; quindi fibrolisi attraverso la cute) è una metodica messa a punto da un fisioterapista svedese, Kurt Ekman; tale metodica,si avvale di particolari strumenti detti fibrolisori, viene utilizzata in vari ambiti quali quello ortopedico, fisiatrico e sportivo ha mostrato interessanti risultati in varie situazioni morbose a carico di tessuti molli e nelle fibrosi pararticolari e periarticolari.
In caso di eventi patologici, il corpo umano può tentare di riparare il tessuto, in maniera non sempre ottimale, creando le cosiddette “cicatrici” , che possono essere nodulari oppure delle aderenze fibrose. La miofibrolisi diacutanea cerca di avviare o accelerare il processo di riassorbimento, riportando il tessuto in condizioni di normalità.
Se effettuata in modo corretto la miofibrolisi diacutanea ha, nelle situazioni morbose citate poco sopra, un’efficacia superiore a quella dimostrata da altre metodiche fisioterapiche (massoterapia, ultrasuoni, tecar, ecc.). La fibrolisi ha mostrato una certa utilità non solo a fini terapeutici, ma anche diagnostici; grazie a essa infatti si è in grado di localizzare eventuali formazioni fibrose nei tessuti molli; i fibrolisori infatti, grazie alla loro particolare forma, permettono l’esplorazione e la localizzazione di processi reattivi.
Fibrolisi diacutanea: la tecnica
La strumentazione che viene utilizzata per effettuare la fibrolisi diacutanea consiste sostanzialmente in una serie di fibrolisori in acciaio inox dalla diversa curvatura e forma.
Una seduta di fibrolisi diacutanea consta sostanzialmente di due fasi; la prima è quella diagnostica, mentre la seconda consiste nell’intervento manuale vero e proprio. Il terapista agisce in modo diverso a seconda della profondità della formazione fibrosa. Il fine ultimo della fibrolisi è quello di riuscire nel giro di poche sedute a frammentare meccanicamente il corpo fibroso. Se non è possibile effettuare una frammentazione completa, talvolta si rivela sufficiente l’allontanamento del corpo fibroso dalle terminazioni sensitive irritate responsabili dei sintomi dolorosi. La fibrolisi non è una metodica indolore e il dolore in certi casi può essere particolarmente intenso, in particolar modo nei punti in cui sono presenti le maggiori aderenze. Terminata la seduta non è escluso un temporaneo riacutizzarsi della sintomatologia dolorosa; questo problema però tende a risolversi nel giro di poco tempo.
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.