La metatarsalgia nel ciclismo
Hai comprato una bici nuova fiammante, indossato pantaloncino e maglietta del vincitore del giro d’Italia, ma dopo poche uscite si è già presentato un dolore al piede, che quasi non ti permette di camminare bene, e divertirti come vorresti, bene potresti essere vittima di una metatarsalgia nel ciclismo .
Per molti la bici è salire in sella e pedalare, senza minimamente pensare che parliamo di uno sport bellissimo, ma RIPETITIVO. Hai mai pensato a quante volte il piede, la caviglia, il ginocchio, o l’anca, ripetono il gesto della pedalata durante una uscita?
Davvero tante, tantissime, e chiaramente fare una scampagnata è un conto, ma approcciarsi in maniera corretta e continuativa è un altra, pena la comparsa di dolori articolari come appunto la Metatarsalgia.
Senza entrare troppo nei tecnicismi che poco interessano ad un ciclista amatoriale o anche un semi-professionista, parliamo di un dolore localizzato alla base di uno o più metatarsi del piede (se ti va di approfondire l’anatomia del piede leggi questo articolo). Se guardiamo un piede normale, sulla superficie plantare, distinguiamo un’area posteriore chiamata Retropiede (dove appoggia il tallone), una zona centrale chiamata mesopiede (che è quella dove puoi notare l’arco plantare), e una anteriore, proprio in corrispondenza di piccole sporgenze che sono appunto la base delle teste metatarsali, ovvero delle ossa lunghe che si articoleranno con le falangi.
Questa area è molto importante nel ciclismo in quanto proprio questa area è quella su cui si esprime la potenza di tutta la gamba sul pedale.
Se tracciamo una linea che attraversa proprio le ossa metatarsali, nella porzione distale, troveremo che tale linea durante la pedalata deve necessariamente essere posizionata in maniera perfetta in corrispondenza della linea centrale del pedale per permettere durante il gesto atletico una spinta perfetta. Se parliamo di ciclisti amatoriali, è facile intuire che l’uso di scarpe non specifiche porta inevitabilmente a posizionare il piede in maniera casuale, con una diminuzione quindi della potenza di spinta, ma soprattutto un vettore di potenza errato che scarica sui metatarsi il compito di trasmettere la potenza ai pedali. Ne consegue quindi un lavoro errato continuativo, che se ripetuto anche per una uscita in bici, può provocare un forte dolore localizzato alla zona anteriore del piede.
Nel ciclismo semi professionale (nel quale troviamo probabilmente il 90% dei lettori del sito), in cui tutti più o meno si sono fatti “Mettere in sella” del meccanico del negozio di bici, è chiaramente meno presente questo vizio di posizionamento, anche per la presenza di scarpini che bene o male obbligano il ciclista a posizionare il piede in maniera adeguata. MA bastano anche pochi centimetri errati, oppure una spinta con un anca extraruotata che incide sul ginocchio che fa ruotare verso l’interno o l’esterno il retropiede, che anche una posizione teoricamente corretta si trasforma in un sovraccarico su un metatarso, con l’effetto finale che si traduce in un dolore da metatarsalgia.
Sintomi
Chiaramente il dolore è il sintomo principe, che spinge lo sportivo a cercare una soluzione per ridurre il sintomo. Generalmente un metatarso infiammato provoca un dolore continuo, ad ogni passo, associato spesso a bruciore e sensazione di livido proprio in corrispondenza della zona anteriore del piede.
Talvolta possono verificarsi dolori associati alla caviglia o al ginocchio, con comparsa di zoppia da fuga.
Non sempre il dolore persiste dopo la pedalata, e spesso se parliamo di una condizione non cronica, scompare appena si tolgono i piedi dai pedali.
Rimedi
Il primo consiglio che va dato in questo caso è chiaramente quello di interrompere il prima possibile la pedalata, per non sovraccaricare ulteriormente la zona. Una condizione acuta potrà essere facilmente risolta trattando l’area dolente con applicazione di ghiaccio, e impacchi di una crema antinfiammatoria o all’arnica. Nel giro di qualche ora si troverà sicuramente sollievo
Ci tengo a precisare, però che trattare il sintomo doloroso senza trattare la causa che ha generato il dolore è concettualmente sbagliato e apre la strada a continue ricadute, ad una modificazione della pedalata per non arrivare a sentire dolore, e in ultima istanza alla comparsa di dolori alle articolazioni a monte del piede che ne subiscono le variazioni anche minime. In presenza di un dolore all’avampiede, sarà necessario assolutamente rivalutare tutta la postura in bici alla ricerca della causa del sovraccarico, e attuate le modificazioni del caso. Sono poco aperto all’inserimento di plantari o spessori per ottenere una modificazione, che diverrebbe passiva come una “Zeppetta” sotto un tavolo che traballa, piuttosto una serie di esercizi in sella che possono portare il ciclista ad avere un maggiore controllo del gesto, e una percezione del piede che denota una certa sensibilità.
Esercizi metatarsalgia e cura del piede:
Consigliamo inoltre di immergere entrambi i piedi in una bacinella di acqua fredda con alcuni cubetti di ghiaccio, e aceto di mele: un rimedio economico e altamente valido anche quando non sono presenti dolori, come prevenzione.
Se il dolore non tende a passare da solo è chiaro che sarà necessario un intervento fisioterapico più incisivo volto a sfiammare la zona vittima del sovraccarico e favorire quindi una corretta ripresa del gesto atletico. Ricordiamo che uno stress prolungato può portare il piede ad una condizione dismetabolica tra osteoclasti ed osteoblasti (cellule che costruiscono e distruggono il tessuto osseo) che prende il nome di Frattura da stress.
Dagli ultimi studi pubblicati su pubmed, le onde d’urto (in alternativa anche gli ultrasuoni possono essere utili) sono probabilmente il rimedio più utilizzato (anche nella cura della frattura da stress) e con maggiori evidenze scientifiche. Assieme a questo rimedio sarà possibile associare anche laser ad alta potenza e una serie di esercizi per mobilizzare il piede e favorire un recupero propriocettivo corretto che è la base per riprendere una attività in bici.
Un altra soluzione interessante sarà quella di gestire il piede con dei calzini adatti: I piedi ossuti sottili possono richiedere calze più spesse per imbottire la pianta del piede, mentre i piedi più grandi possono trarre beneficio da calze più sottili che lasciano più spazio all’interno della scarpa. Certamente allentare la tensione sulla fascia plantare potrebbe essere comunque un beneficio per un piede in difficoltà. Ecco un esempio:
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Ricordiamo infine di tenere le scarpe da bici sempre comode, e fare attenzione all’usura. Dopo molti km percorsi infatti possono verificarsi una riduzione di tensione delle viti che tengono le tacchette, facendo di fatto un piccolo “Gioco” che si ripercuote negativamente nella posizione del piede. Tale allentamento si riscontra maggiormente nella mountain bike a causa delle vibrazioni che arrivano dal terreno, oppure camminando eccessivamente su terreni duri.
Conclusioni
In questo articolo ho voluto mettere in evidenza che il dolore al piede nella zona anteriore è chiaramente un problema di sovraccarico, e la struttura anatomica diventa vittima di un problema che quasi mai sta nel metatarso. Consigliamo di non sottovalutare il segno doloroso e non permettere che il dolore acuto al metatarso si trasformi in un dolore cronico poi difficile da trattare che limiterà per qualche settimana il normale allenamento e la gioia di andare in bici.
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.